Il citofono suonava invano | L’imputato è sordo, assolto

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17 Febbraio 2014, 20:59

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PALERMO – Usuraio forse, sordo sicuramente. “Drin, drin…”. Gli agenti erano andati a suonare al citofono di casa. In piena notte. Per verificare se Francesco Gatto, come previsto dalle misure di prevenzione, rispettasse l’obbligo di dormire nel suo appartamento.

“Drin, drin”. Niente, in casa non c’era nessuno. O almeno così sembrava. Perché Gatto non poteva sentire il suono del citofono. È affetto da una grave sordità bilaterale. E così il giudice per l’udienza preliminare Nicola Aiello lo ha mandato assolto. Il certificato medico presentato dagli avvocati Vincenzo Lo Re e Antonina Bologna non lasciava spazio a dubbio alcuno. Del resto, per evitare di incappare in nuovi guai giudiziari Gatto aveva fatto montare sul portone più che un citofono un campanaccio.

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A Gatto stavolta è andata bene. Incerto resta, invece, l’esito del processo che lo vede imputato in appello per estorsione ed usura. La Procura generale ha chiesto la condanna a otto anni. Gatto, ex funzionario della dogana di Palermo, avrebbe prestato denaro a interessi usurari a decine di commercianti palermitani. Il processo è tornato in appello dopo che la corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione. L’imputato, a cui è stato confiscato un patrimonio immobiliare milionario, in primo grado era stato condannato a sette anni di carcere e 15 mila euro di multa. In secondo grado, invece, era stato assolto. La sentenza è prevista per il 6 marzo.

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17 Febbraio 2014, 20:59

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