01 Marzo 2016, 11:09
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PALERMO – L’infortunio che lo ha tenuto ai box nelle ultime due partite sta per essere smaltito. Stefano Sorrentino ha ritrovato una convocazione a tempo di record nella sfida contro il Bologna e, pur non avendo voluto rischiare, è ormai pronto per ritornare in campo. Un rientro fondamentale per il Palermo, che punta sul suo capitano per raggiungere la salvezza. Un obiettivo che oscura tutte le altre questioni legate al rinnovo del contratto, come afferma lo stesso portiere a Tuttosport: “Con la società ci siamo già incontrati, abbiamo deciso insieme di rimandare il prossimo incontro al raggiungimento del nostro obiettivo, tanto non c’è alcuna fretta. Ora abbiamo bisogno di pensare solo ed esclusivamente al raggiungimento della salvezza, da capitano del Palermo so che dovremo affrontare undici autentiche finali”.
Intanto si pensa al Palermo e alla salvezza, il resto si vedrà dopo. Bisognerà dunque attendere il responso della classifica per conoscere il futuro di Sorrentino, che più volte ha sottolineato quanto sia importante per lui riavvicinarsi a casa, ma che al momento è concentrato al cento per cento sulla causa rosanero. Quando ci sarà da ridiscutere un accordo in scadenza a giugno, si apriranno tutti gli scenari possibili. Tra questi, però, non dovrebbe esserci quello di un ritorno a Torino, sponda granata, dove l’attuale portiere del Palermo ha esordito tra i grandi del calcio italiano: “Semplicemente non credo che ci saranno mai le condizioni per un mio eventuale ritorno al Torino, quindi è inutile parlarne o pensarci”, glissa l’estremo difensore rosanero.
Approfittando del giorno di riposo concesso da Iachini dopo il match col Bologna, Sorrentino ne ha approfittato per presenziare insieme al fratello Ivano e al padre Roberto all’inaugurazione dell’RSI, una scuola calcio di perfezionamento individuale a Gassino. Un progetto che lo vedrà partecipe, anche se il suo futuro da allenatore è ancora lontano: “Non so proprio cosa farò dopo, mi sento assolutamente solo un giocatore, ancora oggi e almeno fino ai quarant’anni vorrò giocare in Serie A. Poi ci penseremo”. Anche il padre, ex portiere del Catania, vede lontano il giorno in cui il capitano rosanero darà ordini dalla panchina, se non addirittura impossibile: “È un grande portiere e lo sarà ancora a lungo, verrà a darci una mano a Gassino quando potrà, ma non penso che voglia allenare”.
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01 Marzo 2016, 11:09