26 Dicembre 2016, 15:33
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PALERMO – Venti giornate per dare già una quadratura, in vista della gara che faccia calare il sipario sul 2016. Le quattro formazioni siciliane impegnate nel girone C di Lega Pro si avvicinano alla chiusura dell’anno solare con umori, sensazioni e uno stato fisico diverso tra le varie situazioni che si stanno vivendo ad Agrigento, a Catania, a Messina e a Siracusa. Avreste mai pensato che proprio la formazione aretusea sarebbe stata quella messa meglio in classifica, dopo i primi venti turni di campionato? E che il Messina, che aveva iniziato in maniera egregia la stagione con alcuni risultati di prestigio in coppa Italia e in campionato, sarebbe stata la formazione con il peggior rendimento nel poker isolano impegnato nella terza serie del calcio professionistico nazionale?
Partiamo proprio dal Siracusa, che possiamo definire l’isola felice del calcio siciliano in vista dell’inizio del 2017, e senza timore di essere smentiti. La formazione guidata da Andrea Sottil ha vissuto un anno da definire fantastico già per quanto è accaduto nella scorsa stagione, con il ritorno tra i professionisti al termine di una splendida cavalcata. In pochi si sarebbero aspettati un rendimento di qualità e soprattutto di continuità, a giudicare anche da un mercato effettuato in estate, e che ha visto l’arrivo di alcuni giovani di talento ma anche abbastanza acerbi. Eppure i 24 punti con cui Catania e compagni hanno concluso il girone di andata, e che sono diventati 27 dopo la vittoria nel derby interno con il Messina che ha aperto il ritorno, sono un bottino che per il momento proietta i “Leoni” all’ottavo posto in classifica, con un rassicurante vantaggio di sei lunghezze sulla zona playout, più o meno lo stesso distacco da un quinto posto che sarebbe da sogno per gli aretusei, i quali puntano a chiudere bene l’anno con la sfida sul campo di un Foggia fortissimo ma non insuperabile.
A ruota della formazione biancoblu c’è il Catania, squadra che finora ha percorso la prima metà della stagione a velocità alterne, a seconda degli ostacoli affrontati. Quella allenata da Pino Rigoli è la seconda migliore squadra per rendimento tra le mura amiche, alle spalle di quella Juve Stabia che non più tardi di quattro giorni fa ha inflitto una severa lezione agli etnei, con un 4-0 che non ha ammesso repliche. Di contro, a proposito proprio delle recite esterne dei rossoazzurri, la sola vittoria ottenuta lontano dal “Massimino” (quella del 3 dicembre a Cosenza) a fronte di sei pareggi e tre sconfitte non consente a Mazzarani e compagni di spiccare, almeno per ora, il volo nelle posizioni più nobili della classifica. Certo, pesano anche i sette punti di penalizzazione ricevuti per inadempienze economiche e per il “caso-Castro”, ma quel che manca per il momento alla compagine etnea è la continuità di rendimento. Solidità ed efficacia in casa, momenti di lungo e profondo sbandamento in trasferta: così difficilmente si va in B.
Chi continua a vivere “tra color che son sospesi” è l’Akragas. Che la stagione della formazione biancazzurra avrebbe visto momenti di gioia e sorrisi, misti ad altre parentesi amare e deludenti, non era stato nascosto da nessuno, in primis dalla dirigenza e dalla proprietà. La vittoria ottenuta sul campo della Vibonese è stato di certo il modo migliore per iniziare il girone di ritorno, dopo che l’andata aveva dato ben poche soddisfazioni alla compagine allenata da Lello Di Napoli. Una classifica molto corta nella parte medio-bassa della classifica non consente un filotto di risultati negativi, mentre imbroccare la giusta via e infilare una serie di gare senza sconfitte potrebbe consentire al Gigante di restare a galla e di vivere senza grossi affanni la restante parte del campionato. Due punti di vantaggio sul quintultimo posto che vale i playoff sono pochi, e se consideriamo anche la difficoltà economica che non consente di investire per regalare al tecnico dei rinforzi, la situazione potrebbe farsi complicata con il trascorrere delle giornate. Anche perchè c’è un tabù Esseneto da sfatare: l’Akragas, infatti, ha vinto solo una gara sulle dieci giocate in casa.
Chiudiamo con il Messina, la squadra che sta affrontando le maggiori difficoltà tra le quattro siciliane impegnate in Lega Pro. Cristiano Lucarelli era riuscito a far cambiare marcia alla formazione peloritana solo nelle prime gare da lui vissute in panchina, con quattro vittorie consecutive tra campionato e coppa Italia che sembravano fare da buon viatico per il proseguio della stagione. Nel finale del 2016, però, ci sono da registrare quattro sconfitte consecutive e perdipiù pesanti (0-3 contro Melfi e Lecce e 0-2 a Siracusa quattro giorni fa), intervallate solo dal rotondo successo casalingo con la Vibonese. Unica soddisfazione in un mese di dicembre drammatico per i giallorossi, i quali puntano sulla grinta del tecnico toscano per invertire questa tendenza. Anche perchè l’ex livornese non le ha mandate a dire ai propri giocatori dopo la brutta esibizione del “De Simone”, e ora punta alla riscossa nel match di giovedì contro la Reggina: un derby da non fallire, soprattutto perchè le due formazioni sono divise dallo Stretto ma hanno gli stessi punti e rappresentano – almeno per il momento – la deadline da tenere lontana per evitare lo spettro dei playout.
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26 Dicembre 2016, 15:33