26 Agosto 2024, 06:10
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PALERMO- “C’è un clima di violenza esasperato in giro. Dipende da tanti elementi, secondo me. Come se ci fosse una difficoltà nel gestire le emozioni in modo corretto. Palermo, poi, ha i suoi problemi specifici”.
La professoressa Antonella Di Bartolo si appresta a cominciare il suo dodicesimo anno come dirigente dell’istituto ‘Sperone-Pertini’. Lo sguardo sul quartiere Sperone rappresenta una sintesi drammatica dell’allarme, Sos Palermo, che stiamo rilanciando sul nostro giornale.
Preside, i giovani sono tanto difficili, come si dice?
“Io penso che lo siamo di più noi adulti. Le ragazze e i ragazzi vedono in noi e nelle nostre fragilità dei pessimi esempi. Da trent’anni i modelli veicolati dai media sono personaggi negativi, all’insegna della violenza, del lusso sfrenato, del sesso senza rispetto, senza amore, dell’eccesso insomma ”.
Il clima percepito, in centro e non soltanto, è di insicurezza. Che ne pensa?
“Io sono una persona che non si limita nelle uscite, mi piace andare in giro. E credo che, tutti insieme, dobbiamo riscoprire la città con una sorta di occupazione bella, dal centro alle periferie e ritorno”.
Cioè?
“La vigilanza delle forze dell’ordine si rende necessaria. Ma è importantissimo che ci sia il presidio delle donne e degli uomini di buona volontà, dei cittadini. Palermo si salva così, con una riscoperta delle sue realtà più complesse”.
Cosa sta dicendo in concreto?
“Che dobbiamo tornare a occupare il centro storico, così come le zone più al margine senza paura, con la leggerezza e con i sorrisi. Con la forza della serenità. Non si può mettere una certa Palermo sotto il tappeto, come se fosse polvere. E lo dice una che va spesso in via Ruggiero Settimo e in via Maqueda, trovando ambienti ingovernabili e sporchi. Piccole bande su biciclette elettriche ti piombano addosso senza che te ne accorgi. Ci sono vere e proprie micce, la rissa è dietro l’angolo”.
Lei ha scritto un libro: ‘Domani c’è scuola’. Cosa si aspetta domani dal nuovo anno scolastico in un contesto non semplice?
“Spero sempre il meglio. Ma, in tanti anni allo Sperone, di rado ho visto macchine della polizia municipale, se non in occasione di eventi organizzati dalla scuola. E le forze dell’ordine lamentano scarsità di mezzi…”.
Cosa fare allora?
“Non bisogna restare chiusi a casa, per nessun motivo, mi ripeto. Io so che, fuori dalla nostra scuola, troverò un territorio governato dallo spaccio. Sono situazioni che si ripetono e che non si sradicano. Ci vuole una svolta”.
Quale?
“La svolta sarebbe capire che tutto quello che accade a Palermo ci appartiene. Non possiamo farci bastare una qualità della vita peraltro appena accettabile nei quartieri residenziali. Il dolore di una parte è una ferita per tutta la città”.
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26 Agosto 2024, 06:10