28 Gennaio 2013, 14:28
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RIPOSTO – In piena campagna elettorale, nel comune marinaro, ha l’effetto di uno tsunami l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Riposto, e coordinata dal Procuratore Capo della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, e dal Sostituto Procuratore, Assunta Musella, conclusasi con l’iscrizione nel registro degli indagati del Sindaco di Riposto, Carmelo Spitaleri, dell’ex assessore alla viabilità, Michele D’Urso, e del Comandante della locale Polizia municipale, Giuseppe Ucciardello, quest’ultimo sospeso dalle funzioni con ordinanza del Gip Giovanni Cariolo. Per tutti l’accusa è abuso in atti d’ufficio in concorso e turbativa d’asta. Risultano indagati, inoltre, per quest’ultimo reato anche il pluripregiudicato Mario Di Bella, che sta scontando nel carcere di Caltanissetta una condanna per usura, la moglie Emanuela Triolo e Salvatore Tropea, il rappresentante legale della società cooperativa “ Porto dell’Etna”, che ha in gestione il servizio di sosta a pagamento nel comune ripostese.
Ed è proprio l’affidamento del servizio di strisce blu ad essere al centro delle indagini. Secondo l’accusa, la cooperativa “Porto dell’Etna”, posta oggi sotto sequestro preventivo, non aveva i requisiti previsti dalla legge per ottenere l’appalto. Questo emergerebbe da una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali. La gara, quindi, sarebbe stata pilotata sin dall’inizio. Per questo le altre cooperative, intenzionate a partecipare, sarebbero state “invitate” a non presentarsi. La cooperativa, unica presente il giorno dell’espletamento delle operazioni di gara per l’affidamento, aveva così ottenuto la gestione del servizio con determina del Comandante della polizia municipale, Giuseppe Ucciardello, su ordinanza del primo cittadino, Carmelo Spitaleri. Non si esclude che il Comandante dei vigili urbani sia stato oggetto di insistenti pressioni.
Grave, sempre secondo l’accusa, il mancato intervento dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto vigilare, attraverso i suoi funzionari, sulla corretta gestione del servizio.
Le indagini, inoltre, avrebbero appurato che Mario Di Bella, che risultava socio della cooperativa, ne era in realtà il gestore. Dall’esame della corrispondenza che l’uomo scambiava dal carcere con la moglie, Emanuela Triolo, si evincerebbe come quest’ultima riscuotesse i proventi dei ticket per la sosta e delle multe irrogate per le sanzioni. Tutto ciò a danno dell’intera cittadinanza. Sono ancora in corso, in merito, i controlli fiscali per verificare le somme entrate nelle casse comunali.
Quello di oggi è isolo uno dei filoni di un’indagine che, nell’ottobre del 2009, si era conclusa con l’arresto e la condanna in via definitiva per usura, ai danni di un benzinaio ripostese, di Mario Di Bella e di Giuseppe Tropea, all’epoca dei fatti delegato per la frazione di Carrubba dal sindaco Spitaleri. Oggi quell’indagine, che nel 2009 lo aveva appena sfiorato, investe in pieno il primo cittadino ripostese che commenta così: “Ho piena fiducia nella giustizia. I processi servono proprio per appurare la verità”.
Il penalista Enzo Iofrida, che assiste il sindaco e il legale rappresentante della cooperativa “Porto dell’Etna”, Salvatore Tropea, ha già annunciato il ricorso al Tribunale del Riesame contro il provvedimento di sequestro preventivo.
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28 Gennaio 2013, 14:28