14 Agosto 2018, 14:26
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CATANIA- C’è forte preoccupazione tra le famiglie dei pazienti assistiti dall’Oda, opera diocesana di assistenza catanese. La notizia dell’interruzione del servizio di trasporti dei soggetti con disabilità da casa ai centri di riabilitazione ha gettato nella disperazione i genitori dei bambini. Dal 30 giugno l’Oda ha infatti sospeso il servizio poiché divenuto antieconomico. E poi ci sono i dipendenti, senza stipendio già da due mesi.
L’ente ecclesiastico, sommerso dai debiti, è, come noto, al centro di una delicata vicenda giudiziaria. E i guai economici e finanziari che da tempo ormai lo affliggono, sono tutt’altro che risolti. Al contrario la decisione va inquadrata nell’ambito dell’applicazione del piano di rientro varato dai vertici a seguito della richiesta di fallimento avanzata dalla Procura etnea, e infine ritirata dal pm. Tuttavia, la sospensione del trasporto sta già “causando la perdita della continuità dei servizi riabilitativi che tutt’oggi grava e minaccia la continuità scolastica. Se il servizio non dovesse essere ripristinato noi famiglie ci troviamo in una situazione di disperazione e disagio sia materiale che morale”, scrivono in una lettera.
Il servizio di trasporto delle persone con disabilità è a carico principalmente del Comune di Catania tramite una convenzione stipulata con i centri. La convenzione tuttavia è scaduta già nel 2008 ma è rimasta in vigore grazie alle proroghe rinnovate di anno in anno. Il documento ha previsto una quota di 12 euro circa al giorno per ogni paziente trasportato. Nello specifico sono stati 111 quelli finora a carico dell’Oda mentre il resto è gestito dal Comune che ha messo in appalto il servizio, attualmente in corso.
Un problema di cui è stato investito l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Giuseppe Lombardo che spiega a LiveSicilia: “Purtroppo l’Oda si è tirata indietro, adducendo dei pretesti inutili. Dal 30 giugno ha sospeso il servizio senza alcun preavviso. La convenzione è scaduta già da molti anni. Ma solo ora si sarebbe accorta solo dell’anti economicità del servizio. Interrompere il trasporto dei pazienti con disabilità riteniamo sia una cosa gravissima, perché si tratta di un servizio obbligatorio per legge. Da quando mi sono insediato mi sono ritrovato di fronte a questa emergenza”.
LA SOLUZIONE – Il trasporto tuttavia è per legge a carico del Comune che adesso deve trovare una soluzione. “Abbiamo chiesto all’Oda – prosegue l’assessore – di proseguire intanto con il servizio con l’impegno da parte nostra di editare una nuova convenzione entro dicembre. Entro la fine dell’anno mi prefiggo infatti di portare in Consiglio una nuova convenzione, in cui verranno però necessariamente riviste le regole e le tariffe al fine di venire incontro alle esigenze dei pazienti riducendo però gli aspetti antieconomici sollevati dagli operatori. Ma l’Oda sembra aver fatto orecchie da mercante”.
LA NUOVA CONVEZIONE – Intanto l’assessorato comunale ha pubblicato un avviso scaduto proprio il 10 agosto rivolto alle cooperative interessate ad effettuare il servizio. “Stiamo esaminando le richieste che ci sono arrivate. Serviranno dei tempi tecnici per esaminarle, dovendo i nostri uffici procedere con le verifiche antimafia e quant’altro. La legge ci obbliga. Faremo in modo di venire incontro a tutte le 111 richieste”.
L’assessore Lombardo insiste poi sulla questione del cosiddetto “vuoto per pieno”, garantito nella precedente convenzione. “E che non verrà ripristinato nella prossima – precisa – Si tratta di un vuoto per pieno, ovvero del pagamento della quota anche in caso di assenza del paziente, di cui tutti hanno giovato, compreso l’Oda. Ripeto, nella nuova convenzione destinata al trasporto dei pazienti con disabilità verranno riviste le tariffe e le regole”.
E dal canto suo, il commissario dell’Oda, Adolfo Landi spiega contattato dal nostro giornale come l’interruzione del servizio sia stata una scelta inevitabile. “Il servizio trasporti non è un servizio sanitario, è quindi a carico dell’amministrazione comunale competente. L’Oda in questi anni ha continuato a effettuare il servizio nonostante fosse scaduta la convenzione. Mi dispiace che l’assessore Lombardo stia pagando le inefficienze di chi lo ha preceduto. Io ho scritto varie lettere nel 2017 al Comune spiegando di non essere più in grado di garantire il trasporto. Alla scadenza del termine, il 30 giugno, non abbiamo continuato, perché il servizio costituiva una grossa perdita per un ente in piena fase di risanamento”. E sulle ragioni che hanno indotto la direzione a non proseguire con il servizio durante questo breve lasso di tempo così da non lasciare a piedi nessuno, dice: “Abbiamo dato la nostra disponibilità a proseguire il servizio per un tempo limitato, 60 giorni. Dopodiché non potevamo fare altro. Lo abbiamo detto al Comune che non ci ha dato alcuna risposta. Se avessimo continuato non ci sarebbe stata già più l’Oda. Noi siamo dispiaciuti per i disagi delle famiglie, abbiamo cercato di fare il possibile per andargli incontro”.
Intanto l’Oda ha già messo in mobilità gli autisti. “Purtroppo è saltato l’accordo – spiega ancora il commissario Landi – A margine dell’interruzione del servizio avevamo avanzato una proposta di riconversione delle mansione degli operatori, proposta accolta da dieci di loro ma rifiutata da uno solo. Per questo non si è potuto procedere in altro modo che mobilità. Non ci sarebbe stata alcune perdita se tutti avessero accettato”.
“NESSUN RISCHIO PER IL PERSONALE ODA”. Lo esclude categoricamente l’avvocato Landi, che smentisce le voci circolate sul rischio di ulteriori esuberi. “Non ci sarebbero stati nemmeno quelli degli autisti qualora non ci fosse stata quella sola unica opposizione. Così come ci tengo a precisare che non intendo affatto chiudere il semiconvitto. L’Oda non chiude, sopravvivrà”.
LAVORATORI SENZA STIPENDIO – Estate amara per i dipendenti i cui stipendi son fermi da due mesi. Ma Landi assicura: “Giovedi sarà pagata la retribuzione di giugno. Luglio sarà pagato presumibilmente entro la fine di agosto. Il ritardo è dovuto ai mancati trasferimenti di crediti dell’Oda da parte di alcune amministrazioni pubbliche, tra cui il comune di Catania, verso il quale l’Oda vanta ingenti crediti”, conclude Landi.
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