17 Maggio 2019, 16:26
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PALERMO – Colpo in canna e caricatore pieno. A casa di Letterio Maranzano c’erano due pistole nascoste nel comodino della camera da letto. Due armi non nuove, ma ben tenute e pronte all’uso.
Maranzano è uno degli arrestati del blitz sugli spaccaossa. Era ai domiciliari, ma dopo la perquisizione dei carabinieri del Nucleo investigativo di Monreale è stato condotto in carcere. Maranzano faceva parte della banda che truffava le assicurazioni. Non organizzava i finti incidenti, non reclutava le vittime, non spezzava gambe e braccia. La Procura di Palermo, nell’ordinanza di custodia cautelare chiesta al Gip, gli contesta lo strano episodio della microspia per spiare il lavoro dei carabinieri.
Una delle vittime degli incidenti costruiti a tavolino era stata convocata in caserma. I militari si accorsero che nascondeva qualcosa nella tasca del giubbotto. Era un apparecchio per intercettare il dialogo e farlo ascoltare ai membri dell’organizzazione. A quel punto la vittima decise di fare delle lunghe dichiarazioni spontanee, confermando la ricostruzione dei pubblici ministeri Sergio Demontis, Ennio Petrigni (sono i due aggiunti), Giacomo Brandini e Giulia Beux (sono due sostituti). Fu Maranzano, 30 anni, a fornire la microspie.
Il ritrovamento delle due pistole apre un nuovo, e inaspettato, filone investigativo. Le armi sono due calibro 22. Una “Waffenfabrik mauser di fabbricazione tedesca una “Star echeverria weibar” di fabbricazione spagnola. Saranno inviate ai laboratori scientifici per capire se siano state usate di recente. A Palermo non mancano gli omicidi irrisolti. Le armi erano di Maranzano oppure le custodiva per conto di qualcuno?
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17 Maggio 2019, 16:26