21 Agosto 2020, 05:52
2 min di lettura
CATANIA – Ora è tutto da ricostruire a livello mafioso. Almeno per i due clan protagonisti della sparatoria di viale Grimaldi.
I Cursoti Milanesi hanno il loro capo dietro le sbarre. E non è certo un capo qualsiasi Carmelo Di Stefano, figlio di Tano Sventra (tra i fidati alla corte del boss scomparso Jimmy Miano) e con un passato di mafia e galera.
Dal canto loro anche i Cappello hanno i radar delle forze dell’ordine puntati addosso. E non dorme sonni tranquilli nemmeno Salvatore Lombardo junior (figlio del boss Salvatore ‘u ciuraru’) il cui nome è finito nelle carte dell’inchiesta condotta dai carabinieri di Catania.
Dalle indagini emergerebbe – ma resta da verificare – la sua diretta partecipazione a quella incursione di almeno 13 moto nel fortino dei Cursoti Milanesi. Quella “spedizione” che sarebbe dovuta servire per chiarire una volta per tutte la vicenda del pestaggio a Gaetano Nobile davanti al mini market di via Diaz.
Ma i calcoli sono stati fatti male. Dall’alto i Cursoti Milanesi hanno notato l’arrivo del gruppo di centauri da via Del Maggiolino e invece di parlare hanno deciso di sparare. Una raffica di piombo che ha lasciato sul selciato due corpi senza vita.
I funerali di Vincenzo Scalia e Luciano D’Alessandro si sono svolti ieri pomeriggio. Durante il corteo del feretro di Scalia verso il cimitero sono stati esplosi dei fuochi ed è stato necessario l’intervento della polizia che ha denunciato un giovanissimo. Un episodio che non sorprende. Già nei giorni successivi il duplice omicidio sono apparse in città scritte, striscioni e anteprima di canzoni neomelodiche dedicate a ‘Enzo negativa’, questo il nomignolo del 28enne ucciso.
Le indagini dei carabinieri continuano per fare piena luce su quanto accaduto la sera dell’8 agosto ma anche nelle 24 ore precedenti. Dal pestaggio, a un litigio acceso tra esponenti dei Cursoti Milanesi e Cappello e ad alcuni spari di pistola che sarebbero stati esplosi in via Poulet (u passareddu), zona storicamente legata ai Bonaccorsi (altra frangia dei Cappello). Questi ‘eventi’ potrebbero fare parte degli anelli della stessa catena. Violenta e maledetta.
Non c’è invece alcun collegamento con il ferimento al polpaccio di Salvatore Monaco avvenuto la sera del 7 agosto. La Squadra Mobile sta indagando su quei colpi di pistola diretti al fratello del signore della droga del clan Cappello-Bonaccorsi Lorenzo Christian Monaco, coinvolto nei blitz ‘Tricolore’ e ‘Camaleonte’. Dietro quegli spari questioni interne al gruppo criminale. Forse legate proprio al traffico di stupefacenti.
Pubblicato il
21 Agosto 2020, 05:52