Spending review ancora in alto mare |Ardizzone: “Entro fine anno sarà votata”

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16 Novembre 2013, 17:00

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PALERMO – La legge sulla spending review aspetta ancora, ferma nelle stanze di Palazzo dei Normanni dove è stata messa da parte per fare spazio alle più urgenti variazioni di Bilancio. Da più di un mese, infatti, la commissione speciale creata ‘ad hoc’ ha esitato la discussa bozza del disegno di legge per il recepimento del decreto Monti, che taglia le indennità dei deputati regionali e rivede, più in generale, molte delle spese di Palazzo come – ad esempio – i contributi ai gruppi parlamentari. Una legge attorno alla quale si sono consumate spaccature e polemiche, e che alla fine è stata esitata appena 24 ore dopo che Riccardo Savona aveva preso le redini della commissione in seguito alle dimissioni da presidente di Antonello Cracolici. L’oggetto della discordia, la volontà di alcuni deputati – Savona in testa – di mantenere in vigore il collegamento tra l’Assemblea regionale e il Senato della Repubblica. Un principio ‘autonomista’ per alcuni, solo “una scusa per non abbassarsi l’indennità” per altri. Polemiche a parte, il testo è stato esitato e la commissione speciale si è sciolta. Il passaggio successivo sarebbe dovuto essere la discussione in aula – e già i parlamentari del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle avevano annunciato battaglia a suon di emendamenti – , ma è passato un mese e mezzo le la legge è ancora ferma in presidenza. Non è stata nemmeno decisa la data per la calendarizzazione all’ordine del giorno dei lavori d’aula. Ma dal presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone continuano ad arrivare rassicurazioni: “Entro fine anno la legge si farà – ha detto a Livesicilia – , troveremo una finestra per la discussione in aula anche in sessione di Bilancio”.

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Non c’è dubbio, però, che nel frattempo si tenterà di trovare una mediazione. Perché quella legge, soprattutto alla maggioranza, così com’è non piace affatto. Già in commissione speciale, infatti, Antonello Cracolici – che poco prima aveva lasciato la guida dell’organo legislativo – e il capogruppo dei democratici Baldo Gucciardi, avevano presentato un emendamento all’articolo 2 della bozza di legge (quello che stabilisce il trattamento economico dei parlamentari e della giunta regionale) che prevedeva il recepimento tout court del decreto Monti. Ma l’orientamento della maggioranza della commissione era già noto, e la proposta di modifica è stata bocciata con solo Pd e Cinquestelle favorevoli. Da quel momento è stata una raffica di annunci: “Modificheremo la legge in aula” ha detto più volte Gucciardi. LiveSicilia ha chiesto che quelle modifiche siano fatte, nel segno della sobrieta. Ma se il testo arrivasse così in aula, probabilmente sarebbe il caos. E allora si era pensato anche di inviare la bozza in commissione Affari istituzionali, dove avrebbe trovato di nuovo Antonello Cracolici, nel frattempo diventato presidente della Prima commissione. Un’eventualità che il presidente Ardizzone smentisce categoricamente. “Non esiste – ha commentato – , significherebbe disconoscere in toto il lavoro di una commissione che è stata creata appositamente per questo”. Ma uno spiraglio per la modifica preventiva potrebbe aprirsi comunque. Ardizzone la butta lì: “Un lavoro di sintesi lo potranno fare i capigruppo”. Insomma, prima che il testo arrivi a Sala d’Ercole i presidenti dei gruppi parlamentari potrebbero sedersi ad un tavolo e accordarsi su quale emendamenti votare e quali no. Intraprendere, insomma, una strada che in aula non si potrebbe più abbandonare. E d’altro canto, il capogruppo del partito almeno numericamente più grande del Palazzo lo ha detto chiaro: “Una legge così è indegna, e non può arrivare a Sala d’Ercole. Se qualcuno farà in modo che questo, invece, succeda, si ricordi che i capigruppo possono chiedere il rinvio del testo in commissione”.

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16 Novembre 2013, 17:00

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