Spento il rogo a Bellolampo |Resta l’incognita diossina

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29 Luglio 2012, 19:05

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La discarica ha bruciato per oltre 24 ore a Bellolampo, sulla collina alle porte di Palermo, e solo in serata è stato domato il fuoco, dopo numerosi lanci d’acqua dei Canadair e l’intervento a terra dei vigili del fuoco e del corpo forestale. Ma la preoccupazione maggiore riguarda il rischio di inquinamento, anche se finora i tecnici sembrano moderatamente ottimisti. Oggi pomeriggio, inoltre, si è tenuta una lunga riunione cui hanno partecipato la Protezione Civile, l’Azienda Sanitaria, l’Azienda Regionale di Protezione dell’Ambiente, i Vigili del Fuoco, il Comune e il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, che ha presieduto l’incontro: già domani si riunirà un tavolo tecnico per una verifica dei tempi e delle necessità per la ripresa operativa dell’impianto di Bellolampo, che chiuderà per dieci giorni.
Soltanto oggi e domani vi saranno dei ritardi perché tutti i compattatori sono rimasti pieni e fermi da ieri e quindi sarà necessario svuotarli prima che possano riprendere la raccolta, che ripartirà domani nel tardo pomeriggio. Nel frattempo, parte dei rifiuti saranno conferiti nella discarica di Trapani.

L’operazione di spegnimento non è stata semplice: l’acqua non penetra negli strati profondi della vasca, che contiene tonnellate e tonnellate di rifiuti, e il rogo era alimentato dal basso. Una cappa di fumo ha coperto la parte ovest della città, verso la zona balneare di Mondello. Ieri pomeriggio, quando le fiamme si sono levate alte a Bellolampo, il termometro segnava oltre 40 gradi. I vigili del fuoco erano impegnati a spegnere numerosi roghi di sterpaglie, anche nella zona adiacente alla discarica, e l’incendio potrebbe essere partito proprio da qualche focolaio vicino.

Sul fronte sanitario, l’Arpa non esclude il rischio diossina: “E’ chiaro – spiega il commissario straordinario dell’Agenzia per la protezione ambientale, Salvatore Cocina – che si sprigionano sostanze tossiche, il punto è stabilire se le quantità nell’aria sono pericolose. Lo sapremo nei prossimi giorni. Dipenderà molto anche dalle condizioni atmosferiche, il vento potrebbe aiutare a disperdere la diossina”. Ma l’assessore regionale all’Ambiente, Alessandro Aricò, dice che “allo stato attuale non si denota un concreto pericolo di inquinamento”.

L’analisi del campione di aria prelevato la notte scorsa ha messo in luce la presenza dei contaminanti tipici in caso di incendio (benzene, toluene, etilbenzene, stirene). “L’analisi delle diossine, che richiede tempi tecnici più lunghi, sarà eseguita nei prossimi giorni – afferma Aricò -, a scopo cautelativo, sul suolo e sul particolato”.

Ma le preoccupazioni restano: “I focolai – dice il deputato regionale del Pd, Pino Apprendi – non sono stati del tutto spenti e le fiamme potrebbero svilupparsi di nuovo. La vasca va ricoperta di terra e per questo servono ruspe. Non basta il solo intervento dei vigili del fuoco, che ancora, comunque, presidiano l’area”.

Intanto, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sottolinea polemicamente che “pur non essendo amministratore dell’Amia – l’ex municipalizzata che gestisce la discarica, attualmente commissariata, ndr -, mi sto occupando da ieri di questa emergenza, che rischia di aggravare una situazione già ai limiti della sostenibilità”. La discarica, come ha stabilito in serata l’unità di crisi, sarà chiusa per alcuni giorni, ma l’assessore Comunale alle Partecipate, Cesare La Piana, ritiene che questo non comporterà disagi per la raccolta dei rifiuti.

L’INCENDIO. Prima sono andati a fuoco diversi cumuli di sterpaglie, poi anche i rifiuti sono stati avvolti dalla fiamme. Un vasto incendio è divampato nel pomeriggio di ieri a Bellolampo, dove gran parte della discarica è andata in fumo. Un’alta colonna di fumo denso e nero si è alzata poco dopo le 17,30 di oggi, visibile da vari punti della città.

Oltre al rischio della diffusione della diossina, c’è stato quello del coinvolgimento delle aree boschive vicine. Minacciate anche le abitazioni sulla collina: la gente non è uscita da casa, ma “se sarà necessario – hanno precisato dal comando provinciale dei vigili del fuoco, faremo evacuare la zona”. Sul posto, oltre a sei squadre dei pompieri, anche uomini della Forestale e i tecnici dell’Arpa per la valutazione dei rischi ambientali. Presente anche la squadra Nbcr, ovvero gli addetti al Nucleare, Batteriologico, Chimico e Radiologico, vista la possibilità di sostanze tossiche nell’aria. La nube nera si è spostata verso Partanna Mondello, così come confermato dal commissario straordinario Arpa Sicilia: “Stiamo monitorando le zone vicine. La colonna di fumo è infatti diretta sulle aree circostanti”.

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29 Luglio 2012, 19:05

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