Sperimentare con prudenza | Le incognite della ‘Fase due’

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29 Aprile 2020, 10:44

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Dal 4 maggio bisognerà aprire gli occhi e vedere a cosa ci porterà la ‘Fase due’. La parola d’ordine è sperimentare per 14 giorni le misure di riapertura parziale, monitorando l’impatto sull’andamento dei contagi. Con una probabilità che ha quasi il colore della certezza: una riapertura totale potrebbe portare al ‘collasso’ delle terapie intensive con una stima di 151 mila ricoveri già a giugno. In una relazione tecnica consegnata al governo, Istituto superiore di sanità e Comitato tecnico-scientifico Cts considerano vari scenari. Nel peggiore si prevede che a fronte di una riapertura delle attività quasi generalizzata, incluse le scuole, l’indice di contagio R0 tornerebbe a posizionarsi sopra il valore 2 e le terapie intensive raggiungerebbero la saturazione entro poco più di un mese, l’8 giugno.

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Per questo, per l’avvio della fase 2, la riapertura delle scuole è esclusa: “riaprire le scuole innescherebbe una nuova e rapida crescita dell’epidemia di COVID-19”. Invece, si legge nel documento, “nella maggior parte degli scenari di riapertura dei soli settori professionali, in presenza di scuole chiuse, anche qualora la trasmissibilità superi la soglia epidemica, il numero atteso di terapie intensive al picco risulterebbe comunque inferiore alla attuale disponibilità di posti letto a livello nazionale, circa 9mila”.

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29 Aprile 2020, 10:44

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