Spese nei viaggi dell’Amia |Assolti i sette imputati

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10 Aprile 2017, 14:54

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PALERMO – La quinta sezione del Tribunale di Palermo, accogliendo le richieste del pm Enrico Bologna, ha assolto sette persone (tra funzionari e tecnici dell’Amia) coinvolte nell’inchiesta sulle spese pazze dell’ex municipalizzata. Erano imputati di peculato Lorenzo Lunardo, Paola Barbasso Gattuso, Arrigo Bellinazzo, Daniele Saviotti, Giuseppe Giambelluca, Massimiliano Gibilaro e Salvatore Muratore (assistiti dagli avvocati Sergio Monaco, Loredana Greco, Enrico Tignini, Antonio Carullo, Mario Zito, Gaetano Forte e Vincenzo Lo Re).

Secondo l’accusa, tra il 2005 e il 2007 si sarebbero fatti rimborsare non solo i biglietti aerei e la permanenza negli hotel degli Emirati Arabi, del Qatar e dell’Egitto, ma anche i pasti, le schede telefoniche, il minibar. A pagare sarebbe stata l’Amia, l’ex municipalizzata poi fallita e sostituita con la Rap. Ma, per il pm, non ci sarebbero prove di eventuali condotte illecite degli imputati tanto da chiedere l’assoluzione dopo appena tre udienze, ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale e cioè per “non avere commesso il fatto”. Era stata già chiesta l’archiviazione dell’inchiesta, respinta dal gup Marina Petruzzella che ordinato l’imputazione coatta degli indagati.

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Le posizioni degli ex vertici dell’azienda – Enzo Galioto, Orazio Colimberti, Giuseppe La Rosa, Angelo Canzoneri e Tommaso Scanio – era stata stralciata e trasferita a Caltanissetta perché Scanio è stato vice procuratore onorario a Palermo. Quindi per la norma che regola la competenza in caso di indagini sulle toghe il fascicolo è passato al tribunale nisseno. Anche per loro il pm aveva chiesto l’archiviazione sostenendo la natura privatistica dell’azienda e dunque la non configurabilità del peculato. Tesi rigettata dal gip.

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10 Aprile 2017, 14:54

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