Spese pazze all’Ars| Ecco gli scontrini per carne e salumi

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31 Maggio 2014, 14:55

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PALERMO – Casse dei gruppi parlamentari dell’Assemblea siciliana usate come bancomat da alcuni deputati regionali che prelevavano i soldi pubblici per pagare le proprie bollette dell’Enel, la Tarsu e il canone Rai, per fare la spesa in macelleria e dal salumiere, per comprare fino a 43 Kg di cassate, per finanziare feste come il musical su Pinocchio a Pettineo (Pa) costato 1.500 euro al Pd e aziende private come “Marlin club” che ricevette 2 mila euro dal gruppo Aps per partecipare al campionato italiano di pesca a traino a Imperia. Sono solo alcune delle “spese pazze” finite nel rapporto di 1.279 pagine della Guardia di finanza, come scrive la Repubblica di Palermo.

Le Fiamme gialle hanno indagato, coordinate dalla Procura di Palermo, sull’utilizzo dei fondi pubblici dell’Ars assegnati ai gruppi parlamentari nella scorsa legislatura. L’inchiesta coinvolge 97 persone, tra ex e attuali deputati regionali, accusati di peculato. I magistrati nei mesi scorsi hanno ascoltato i 14 ex capigruppo. Nel caso dell’ex capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, al quale cui viene contestata anche una ricevuta di 15 euro per l’acquisto di mimose, le somme prese dalla cassa del gruppo sono poi state restituite.

Il rapporto della Finanza contiene centinaia di scontrini e ricevute sequestrati ai gruppi parlamentari durante la fase delle indagini all’interno di Palazzo dei Normanni. Dentro c’e’ di tutto. E’ dell’ex deputato Franco Mineo (Forza Sud) uno scontrino di 520 euro per l’acquisto di 14 cassate siciliane per oltre 43 kg, mentre l’ex capogruppo del Pd, Innocenzo Leontini, s’e’ fatto rimborsare 272,95 euro per l’acquisto di libri alla ‘Feltrinelli’ di Palermo e una collana di jazzisti cubani. Tra le spese pazze ci sono anche le mance, come quella da 100 euro del Pd ai camerieri dopo un pranzo elettorale e del Mpa che ha regalato 300 euro al personale della buvette di Palazzo dei Normanni: tutto pagato coi fondi dei gruppi. L’ex capogruppo del Pd, Cracolici, si sarebbe fatto anticipare dal gruppo il cosiddetto “contributo per il portaborse”, soldi usati per le proprie bollette dell’Enel, della Tarsu, per pagare il canone Rai, per la gita d’istruzione (200 euro) della figlia, 15 euro per l’acquisto di mimose. Il politico poi ha restituito 88 mila euro, ma secondo i finanzieri, 22 mila euro non sarebbero spese istituzionali e dunque non potevano essere anticipate con i fondi del gruppo. Sempre dalle spese del Pd, emergono ‘prestiti’ all’ex senatore Vladimiro Crisafulli: 109 euro nel 2009 per pagare l’Ici e 1.075 euro per due polizze assicurative; 268 euro anche per Gianni Parisi come anticipazione per l’Ici di casa sua, nel 2009. Per la Finanza “non risultano restituzioni”. Giovanni Greco, attuale deputato regionale, secondo la Finanza pagava coi fondi del gruppo due dipendenti che in realta’ lavoravano nel Caf gestito dal figlio. Tra il 2007 e il 2012, il gruppo del Pdl avrebbe fornito una utenza cellulare all’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata e a Gianfranco Micciche’

Questa la replica del deputato regionale del Pd Antonello Cracolici.

“Evidentemente in questo periodo le campagne contro i politici vanno di moda, a prescindere da eventuali reati commessi. Oggi, infatti, ci troviamo di fronte ad un “falso scoop” di Repubblica in merito all’indagine sulle spese all’Ars: viene tirato fuori un rapporto vecchio di sei mesi, e si titola su alcune spese che non sono mai neppure state contestate dal magistrato che mi ha già ascoltato. Così, dopo le cialde e l’acqua minerale, ecco che arriva la bistecca (a proposito: non ho la più pallida idea di cosa si stia parlando)”.

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“Proviamo a mettere le cose in ordine: alcune spese attribuite al sottoscritto relative alla scorsa legislatura all’Ars, alle quali si fa riferimento in un articolo pubblicato oggi sull’edizione palermitana di Repubblica, sono spese personali effettuate attraverso l’indennità che allora percepivo nella veste di capogruppo. Insomma, non ho usato i fondi del gruppo, ma la mia indennità personale: dunque i miei soldi”.

“Ho già risposto ai magistrati in merito alla modalità di funzionamento del gruppo PD della scorsa legislatura, improntata alla massima trasparenza e alla massima economicità: non a caso al termine del mio mandato da capogruppo ho lasciato oltre 800.000 euro di risparmi a chi è venuto dopo di me”.

“Non mi sono mai avvalso della facoltà di non rispondere in questa fase ancora preliminare dell’inchiesta, proprio perché non ho nulla da nascondere. E se il giornalista di Repubblica mi avesse contattato avrei risposto anche a lui, facendogli notare che se – come detto – alcune spese erano state effettuate con i miei soldi e non con quelli del gruppo, altre spese alle quali fa riferimento non sono neppure state prese in considerazione dal magistrato che mi ha ascoltato in Procura lo scorso febbraio, ed al quale ho risposto in relazione a tutti i punti che mi sono stati sollevati. Detto questo, un’ultima riflessione: è inaccettabile che, con tanta leggerezza, si tenti di infangare la mia storia personale, fatta di onorabilità e rigore”.

“Gianfranco Miccichè non ha ricevuto dal gruppo Pdl alcuna utenza telefonica nel periodo compreso dal 2007 al 2012″. Così l’ufficio stampa di Gianfranco Miccichè in merito alle notizie sui fondi dei gruppi parlamentari all’Assemblea Regionale Siciliana.

(ANSA)

Pubblicato il

31 Maggio 2014, 14:55

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