26 Luglio 2012, 16:12
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“Mancuso e Minardo? È colpa mia se hanno avuto problemi con la giustizia?”. Lillo Speziale torna sulla bocciatura del suo emendamento “blocca-indagati”, e rilancia: “So bene che l’emendamento non può essere riproposto, ma chiederò a tutti i partiti di prevedere nei loro programmi in vista delle Regionali il divieto di candidare rinviati a giudizio”.
Resterà da capire per quale motivo gli stessi partiti che hanno affossato la sua proposta di vietare le nomineper persone rinviate a giudizio per diversi reati, tra cui l’associazione mafiosa, dovrebbero adesso accogliere la proposta di Speziale. “Le polemiche sorte in seguito a quella bocciatura – ha detto – credo che abbiano fatto riflettere le varie forze politiche”. E già dall’Mpa nei giorni scorsi era arrivata addirittura la proposta di riproporre l’emendamento. Oggi, il capogruppo Nicola D’Agostino ribadisce: “Sarebbe stato opportuno che l’emendamento Speziale, che condividiamo, fosse stato sospeso in quel momento per favorire una più approfondita discussione tra i gruppi ed arrivare ad un testo condiviso come era giusto che fosse. Purtroppo – prosegue – si è arrivati ad un umiliante voto negativo. Siamo certi che ogni partito sapra’ trarne le dovute conseguenze, e che nei prossimi mesi sapremo riparare al danno fatto”.
Ma la vicenda ha lasciato dei segni, dei solchi, dei veleni a Sala D’Ercole. E nonostante la voglia di “non replicare a Fabio Mancuso”, che aveva bollato la norma come un semplice manifesto pre-elettorale, Speziale ribadisce: “Il voto segreto, col quale è stato affossato l’emendamento è stato chiesto, tra gli altri, dai deputati Mancuso e Minardo. Non è mica colpa mia se i due in passato hanno avuto problemi con la giustizia”.
A dire il vero, Mancuso aveva anche sollevato il dubbio che nell’emendamento non fossero stati compresi alcuni reati per motivazioni politiche. In particolare, il deputato del Pdl ha puntato l’indice contro Giulia Adamo, che ha sostenuto la proposta di Speziale: “Tra i reati che prevedono il divieto di nomina – ha detto Mancuso – manca quello di peculato. E guarda caso, per questo reato un consulente del sindaco di Marsala Giulia Adamo è indagato”.
Un’accusa alla quale il capogruppo dell’Udc ha voluto a sua volta replicare con una nota pubblicata sul sito del Comune di Marsala: “Le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Fabio Mancuso del PdL, circa un’informazione di garanzia riguardante il mio consulente gratuito Salvatore Adamo – ha scritto – sono assolutamente strumentali. Il caso è citato da Mancuso nel contesto di una intervista che riguarda la bocciatura dell’emendamento Speziale al cosiddetto “decreto blocca nomine”, avversato da Mancuso e difeso, al contrario, dalla sottoscritta capogruppo dell’Udc e dal collega del Pd Antonello Cracolici, un provvedimento che avevo già votato favorevolmente in sede di discussione in Commissione Antimafia. Ebbene, – si legge nella nota – nel precisare che il dottor Salvatore Adamo non è mio parente (c’è solo omonimia), evidenzio che il suddetto consulente gratuito, con titoli e competenze per assumere l’incarico, ha semplicemente accompagnato i vigili urbani che controllano gli accessi al mare. Nel caso specifico, si è proceduto all’apertura forzata di un cancello, con rottura delle catene che ostruivano l’ingresso in spiaggia. Pertanto, se da un lato – prosegue Giulia Adamo – mi sorprende l’informazione di garanzia nei confronti di Salvatore Adamo; dall’altro sono altresì soddisfatta del suo operato, teso al ripristino della legalità, in piena sintonia con l’azione di trasparenza e correttezza istituzionale di questa Amministrazione. Mancuso, – ha concluso – tutti i miei consulenti sono stati nominati a titolo gratuito. Sono professionisti che hanno dichiarato la propria disponibilità a lavorare per Marsala e, come sindaco, non posso che essere orgogliosa della generosità di questi cittadini”.
Insomma, il consulente è indagato, ma almeno è gratis. Ma il problema sollevato da Mancuso, secondo Speziale, è solo un pretesto: “Tutti i deputati – ha replicato oggi – hanno il diritto di proporre subemendamenti. Mancuso avrebbe potuto aggiungere il reato di peculato al mio emendamento”. Ma quell’emendamento, come detto, ormai non esiste più. E non potrà essere riproposto: “E la bocciatura – ha spiegato Speziale – mi ha davvero sorpreso. Mi sembrava una norma di buon senso, che tra l’altro ricalcava una legge da me proposta nel 2008 che impediva alle società i cui amministratori fossero stati rinviati a giudizio anche per favoreggiamento alla mafia”.
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26 Luglio 2012, 16:12