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Spoil system, Betta verso la riconferma alla guida del Massimo

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05 Febbraio 2023, 08:37

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PALERMO – Il maxi rimpasto delle partecipate è ancora un progetto nel cassetto del sindaco Roberto Lagalla, con buona pace dei partiti che spingono per rinnovare i cda delle società di proprietà del comune di Palermo. L’ex rettore ha infatti lasciato al loro posto gli uomini “ereditati” da Leoluca Orlando e, a quasi sette mesi dal suo insediamento, non ha ancora sciolto le riserve, malgrado le trattative siano in fase già avanzata.

Uno spoil system che il primo cittadino ha volutamente ritardato, seguendo una strategia ben precisa: evitare i famelici appetiti dei partiti, far decantare le tensioni interne alla coalizione di centrodestra (che alla Regione è assai più riottosa che al Comune) ma soprattutto evitare che Palermo sia usata come camera di compensazione per risarcire chi, altrove, è rimasto a bocca asciutta.

I boatos dicono che la spartizione delle poltrone dovrebbe seguire lo schema già noto: a Fratelli d’Italia la presidenza della Gesap e di Amg gas, sorella minore di Amg energia che invece andrebbe alla Lega; Forza Italia avrebbe la guida della Reset e dell’Amat, oltre all’amministratore delegato dell’aeroporto, mentre i cuffariani e la lista Lagalla dovrebbero avere rispettivamente Sispi e Rap, con Amap fuori gioco perché in scadenza il prossimo anno. Un risiko in cui è finito inevitabilmente anche il Teatro Massimo, o meglio la Fondazione che lo gestisce e che per statuto è presieduta dal sindaco di Palermo che ha il potere di scegliere uno dei consiglieri, oltre a incidere sull’individuazione del sovrintendente, formalmente nominato dal ministero dei Beni culturali su indicazione del consiglio di indirizzo.

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Le voci dicono che l’intenzione di Lagalla sia quella di confermare al suo posto Marco Betta, nominato sovrintendente a inizio 2022 dopo una lunga esperienza come direttore artistico negli anni della riapertura del Teatro; il consiglio scadrà solo a luglio del 2024, ma l’ex rettore sarebbe già intenzionato a rinnovare la fiducia a Betta sottraendo la sua poltrona alle mire dei partiti, grazie anche ai buoni risultati conseguiti. Stesso copione anche per il posto di consigliere che il sindaco vorrebbe tenere per una persona di sua stretta fiducia.

La Fondazione, oltre al presidente e al sovrintendente, ha un consiglio di indirizzo composto da quattro consiglieri: uno scelto da Palazzo delle Aquile, uno dalla Regione siciliana e due dal ministero, di cui uno in modo diretto e l’altro individuato su una terna proposta dal Comune di concerto con la Regione (vista l’assenza di soci privati). La novità è che mai come questa volta la guida politica della cultura è saldamente in mano a un partito, ossia Fratelli d’Italia che esprime il ministro Gennaro Sangiuliano, l’assessore regionale Francesco Scarpinato e quello comunale Giampiero Cannella, oltre a essere azionista di maggioranza a piazza Pretoria dove vanta un rapporto solido con Lagalla. Un asse, da Roma a Palermo, compatto come non mai e decisivo per disegnare il futuro consiglio di indirizzo.

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05 Febbraio 2023, 08:37

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