L’idea dei ‘Trinacria bond’ | per i debiti con le imprese

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04 Marzo 2013, 22:52

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PALERMO – Si chiameranno Trinacria bond. E saranno buoni convertibili da 5 a 10 anni, emessi da Irfis-FinSicilia, finanziaria della Regione, e garantiti con parte del patrimonio degli enti che saranno soppressi. Ad annunciarlo è stato oggi il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Che ha spiegato che i bond serviranno a pagare gli imprenditori che vantano crediti verso la pubblica amministrazione regionale per complessivi 2 miliardi di euro (sale a 6 miliardi sull’intera amministrazione pubblica siciliana). L’operazione, per la sua complessità, non andrebbe in porto prima della fine dell’anno e l’Irfis dovrebbe agire come gestore del fondo e collocatore dei bond.

Ma cos’è una obbligazione? Non è altro che un titolo di credito al portatore: acquistandone una, l’investitore presta dei soldi all’emittente (in questo caso la Regione, attraverso l’Irfis) che si impegna a restituire il capitale e gli interessi entro la scadenza prevista dal contratto. Un modo, insomma, per fare cassa accumulando però “debito su debito”, commenta Giuseppe Romano, consulente finanziario indipendente e direttore della società Consultique, interpellato dall’Ansa.

Secondo le stime del governo il fondo immobiliare, nella fase iniziale, avrà un valore di 500 milioni di euro. Poiché il piano finanziario è sganciato dal bilancio regionale, il governo in questo modo può aggirare i vincoli del patto di stabilità. “Ma chi tirerà fuori i soldi? – chiede Romano -. Chi sono i privati disposti a comprare titoli obbligazionari di una Regione come la Sicilia che ha un rating basso (BBB+)? E a quale tasso? Come si stabilisce il valore di un portafoglio immobiliare in una situazione di crisi finanziaria come quella attuale, con il mercato degli immobili praticamente fermo”. “Operazioni simili sono state fatte in altre regioni e con evidenti criticità: nel Lazio, in Abruzzo, in Campania – afferma il direttore del centro studi di Consultique -. L’unica certezza è che queste operazioni non fanno altro che spalmare il debito trasformandolo da breve a lungo, in più ci pago il tasso, facendo dunque altro debito. Chi ci guadagna sono sicuramente le banche”. E ancora: “Dove vanno a finire queste obbligazioni? – prosegue Romano -. In genere le banche le piazzano nei sinking found, cioé nella pancia di altre amministrazioni pubbliche. Così a pagare sono sempre i cittadini, soprattutto le nuove generazioni”. Quindi Romano avverte: “Bisogna stare attenti; sarebbe opportuno che un’amministrazione pubblica sia più cauta nelle scelte”. E indica il modello Padova. “In quella città decine di imprese vantavano crediti nei confronti del comune – sottolinea -. L’amministrazione ha firmato accordi con le banche locali, le imprese hanno ottenuto le anticipazioni sui crediti a un tasso convenzionale, con la garanzia per le banche fornita dal comune”.

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Più cauto l’economista Raffaele Mazzeo: “Prima di poter giudicare l’operazione si dovrebbero conoscere i dettagli. Una cosa è sicura: che l’emissione di obbligazioni a medio e lungo termine, ove fosse possibile, venga effettuata dalla Regione piuttosto che dall’Irfis (in mano pubblica al cento per cento) ai fini finanziari non cambia nulla. E’ vero anche che un’operazione del genere dovrebbe essere destinata a nuovi investimenti, a meno che non ci siano norme speciali che prevedono altro”.

Secondo il vicecapogruppo del Pdl Mario Falcone “l’emissione dei Trinacria Bond garantiti da un patrimonio mai perfettamente individuato ne, tantomeno, stimato, negoziati dall’Irfis, finanziaria della Regione, non offre nuove e più concrete garanzie ai creditori. Questa idea del Governatore, sebbene suggestiva – aggiunge Falcone – manca, comunque, di quel necessario percorso che ne garantisce la validità”.

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04 Marzo 2013, 22:52

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