02 Aprile 2020, 18:31
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PALERMO – “Alle nostre istanze di scarcerazione per gravi motivi di salute la direzione del carcere aveva risposto di essere in grado di garantire le cure necessarie al detenuto. Ora che il detenuto è morto diventa fondamentale chiarire cosa sia accaduto”.
A parlare è l’avvocato Domenico La Blasca, difensore di Vincenzo Sucato deceduto in ospedale, a Bologna, dopo essere stato trasferito dal centro clinico del carcere perché contagiato dal Coronavirus.
I familiari, tramite il legale, nei prossimi giorni presenteranno una denuncia.
Diabetico, cardiopatico, con ostruzioni della carotide e insufficienza polmonare: la compresenza di tutte queste patologie, secondo l’avvocato La Blasca, rendevano le condizioni di Sucato incompatibili con la detenzione in carcere.
Ed è sul quadro clinico del detenuto che si erano incentrate le richieste di scarcerazione. Richieste alle quali i giudici si erano opposti in virtù delle rassicurazioni del penitenziario dove cui, così dicevano, potevano essere garantite tutte le cure necessarie.
Sucato, in carcere dal dicembre 2018 con l’accusa di essere il nuovo capo mafia di Misilmeri, è deceduto ieri nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Bologna. Il 27 marzo era stato trasferito dal penitenziario al centro clinico del carcere dove il tampone aveva rivelato la positività al Covid 19. Il contagio è certamente avvenuto all’interno del carcere ed è escluso che possano essere stati i parenti a trasmettere il virus visto che negli ultimi tre mesi non c’erano stati colloqui.
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02 Aprile 2020, 18:31