Stazione centrale, allarme sicurezza | I commercianti: “Come il Bronx”

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21 Settembre 2014, 15:49

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PALERMO – Hanno paura, descrivono il loro arrivo sul luogo di lavoro come uno slalom tra mille pericoli, dallo scippo fino alla rapina. Non si sentono al sicuro i negozianti della zona della stazione centrale, definita come “il regno dell’illegalità, dove tutto è possibile”.

E così, l’atmosfera che si respira sotto i portici o nei pressi della ferrovia, è tesa. C’è chi si guarda alle spalle mentre ritira il ticket alla biglietteria automatica, chi cerca di percorrere più velocemente possibile quel tratto di strada che lo separa dalla propria auto. “Sì, è come se fossimo tutti terrorizzati da un po’ di tempo a questa parte – dice il titolare dell’edicola all’interno della stazione, Gregorio Fiumefreddo – e nonostante io sia qui ormai da 25 anni devo dire che da molti anni non si arrivava a questi livelli. I timori dei cittadini sono giustificatissimi – aggiunge – visto che non passa giorno in cui non succeda qualcosa di spiacevole”.

Quello che i commercianti descrivono, è un microcosmo che andrebbe prendendo campo nella zona del centro storico, già finita sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine che negli ultimi mesi hanno potenziato i controlli che hanno condotto anche all’arresto di borseggiatori che agiscono sugli autobus. Salvatore Romagnolo, 57 anni e Marco Tarallo, 47 anni, sono finiti in manette durante il monitoraggio dei poliziotti in borghese. Tarallo stava per sfilare il portafogli ad un anziano che stava per salire a bordo di un pullman regionale in via Paolo Balsamo, ma gli agenti l’hanno bloccato. “Quello che gravita intorno a piazza Giulio Cesare è un mondo in cui la microcriminalità trova ormai terreno fertile – aggiunge Santino Pedone, dipendente di un bar della zona – perché quotidianamente vediamo vere e proprie bande di malviventi che sanno ormai dove appostarsi, dove trovare le proprie prede, dove colpire insomma”.

Il quadro non è dei più felici, quindi, è diventa ancora più nero con il racconto di un impiegato al tabacchi che si trova sotto i portici: “Invivbile. Questa è la parola che descrive meglio le condizioni di questo posto – afferma Gino Rubino -. Noi qui siamo ormai blindati – dice indicando le vetrate antiproiettile davanti a sé – ma posso francamente dire che ne vediamo di tutti i colori. Ogni mattina arriviamo molto presto. Intorno alle 6 avviamo le macchine per le scommesse e le giocate del lotto, ma nel frattempo la gente pretende di entrare, spesso con la forza. Qualche giorno fa un uomo ha cominciare a sferrare violentemente dei colpi sulla vetrata, ha pure tentato di minacciarci”.

“Per non parlare delle liti tra le prostitute che si verificano all’alba – dice Francesco Minutella, cassiere in un altro bar -. Apriamo intorno alle 5,30 ed assistiamo spesso a scene che non avremmo mai voluto vedere, compresa quella di due turisti aggrediti e doloranti in strada”. Ma negli ultimi mesi non sono mancate le aggressioni e le rapine. La stazione centrale sembrerebbe infatti il punto di riferimento per bande più o meno organizzate.

A partire da quella che nei pendolari che frequentano la via Paolo Balsamo trovano le vittime “predilette” a cui sottrarre pc e smartphone con tanto di aggressioni e pestaggi. “Noi ci siamo tutelati con telecamere interne ed esterne al negozio – dice il dipendente di un vicino negozio di abbigliamento -, ma probabilmente non bastano. Ogni volta che sentiamo delle urla provenire dalla strada temiamo di essere in pericolo anche noi, sembra di vivere nel Bronx. Eppure gli agenti della Polfer ci sono, forse dovrebbero allargare l’area di monitoraggio nella zona – aggiunge -. Oppure, sarebbe necessario un sistema di videosorveglianza che copra l’intera area”.

Inevitabile, poi, non ricordare l’aggressione che poi portò alla morte, cinque anni fa, due anziani. L’11 maggio del 2009 è ancora vivo nei ricordi di chi alla stazione centrale lavora da sempre ed ha visto scorrere davanti ai suoi occhi brevi momenti di vita di migliaia di viaggiatori, studenti pendolari, turisti. Mario Bonaccorso lavora alla biglietteria e quel giorno si stava recando al suo bancone. Vide un capannello di persone terrorizzate attorno ai due feriti sanguinanti che si trovavano a terra, proprio davanti all’edicola. Erano Marianna Ruvolo, 67 anni, e suo marito Antonino Raccuglia, di 68, poco prima colpiti a martellate da uno psicolabile che fu bloccato durante la fuga da due extracomunitari-eroi. Dopo l’agonia in ospedale, marito e moglie morirono.

“Spero non succeda mai più niente di simile – dice Bonaccorso – ma andando avanti così nessuno si sentirà più al sicuro qui”. Dalla Questura di Palermo, nel frattempo, ribadiscono che la presenza di volanti e il controllo da parte degli agenti in boghese sono stati rafforzati. “Il monitoraggio riguarda la vasta area che parte da piazza Giulio Cesare e comprende tutte le strade limitrofe. Oltre alle volanti e alla squadra mobile, al lavoro ci sono gli operatori che effettuano posti di controllo in vari punti del centro storico”.

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21 Settembre 2014, 15:49

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