07 Luglio 2018, 06:15
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PALERMO – Una zona piombata nel buio, con quasi venti strade avvolte dalle tenebre e una paura dilagante. E’ il quartiere Oreto-Stazione, dove circa 350 lampioni dell’illuminazione pubblica sono spenti da oltre quindici giorni in seguito all’incendio di una cabina elettrica. Da piazza Giulio Cesare alla via Palmeri, da corso Tukory a via Salamone Marino, fino alle traverse e ai vicoli, tutti nel buio più fitto. E se le prostitute presenti ogni sera non si scoraggiano, sono i residenti e i titolari delle strutture ricettive ad alimentare il coro di proteste.
Tra furti, risse e danneggiamenti, la zona è diventata “ad alto rischio”. “Spero che ogni sera sia quella buona per vedere di nuovo i lampioni accesi – dice Mario Targia, che abita in via Perez -, invece da più di due settimane siamo costretti a convivere con questa situazione e hanno anche tentato di rubarmi l’auto. Hanno manomesso uno sportello, per fortuna è scattato l’allarme e hanno rinunciato”.
Nei confronti di Francesco La Rosa, invece, il colpo è andato a segno: “A fine giugno avevo parcheggiato il mio scooter vicino casa, ma il buio ha incoraggiato i malviventi e il ciclomotore è stato rubato. Percorrere la zona a piedi, dalle 21 in poi, è diventata un’impresa. Mia figlia è stata pedinata fino al portone da un uomo, è necessario ripristinare l’illuminazione e garantirci sicurezza”. Un allarme che si aggiunge a quello già lanciato più volte da chi abita nel quartiere e che riguarda la presenza di prostitute: “Disagi su disagi – aggiunge Giuseppina Lo Biondo, che abita in via Lincoln – siamo piombati ulteriormente nel degrado, abbandonati da chi dovrebbe farci sentire al sicuro. Se prima dovevamo lottare contro la presenza delle lucciole, adesso non possiamo nemmeno uscire di casa, di sera qui rischiamo di essere aggrediti”.
E purtroppo è già successo: “Stavo tornando a casa tre sere fa – racconta Danilo Prestigiacomo, studente che vive in via del Vespro – non era ancora mezzanotte quando un uomo mi ha bloccato e minacciato. Si è impossessato del mio cellulare, l’ho inseguito ma non sono riuscito a fermarlo. Sono terrorizzato, non riesco più ad essere tranquillo”. Alfonso Moscato e la moglie, invece, sono i titolari di due B&B in piazza Giulio Cesare e questi sono inevitabilmente i mesi in cui la presenza dei turisti nei loro alloggi è maggiore: “Lavorare come struttura ricettiva in queste condizioni è impossibile – dice – il tempo passa, ma il problema non è ancora stato risolto. I miei ospiti arrivano alla stazione centrale con il treno, con il pullman o le navette dall’aeroporto: è questo il biglietto da visita da presentare? L’altra sera qui si è anche scatenato il caos per una rissa, è inevitabile che il buio incoraggi ogni forma di violenza. Siamo esasperati, mettere a repentaglio il lavoro della gente non è giusto”.
Mario Frosina, intorno alle 22,30, esce velocemente dalla propria auto, parcheggiata a pochi metri dalla storica porta Sant’Agata, in corso Tukory: “Ho paura, specie quando sono con i miei figli – dice -. Non è normale che nel giro di quasi venti giorni nulla sia stato fatto, riesco ad orientarmi soltanto grazie ai fari dei negozi. Se non trovo posteggio qui, mi tocca percorrere almeno cinquecento metri per tornare a casa e rischio ogni sera di essere rapinato, come è successo ad un mio vicino, bloccato da due balordi in piazza Sant’Antonino. E’ una situazione di vera emergenza – aggiunge – in zona abitano anche tanti giovani universitari, donne sole e anziani che si sentono ormai in ostaggio in casa propria, appena cala il sole. Non posso biasimarli”.
E prima che l’impianto torni a funzionare, passerà ancora del tempo. L’incendio ha infatti gravemente danneggiato la cabina e sono necessari degli accertamenti che permettano di ripristinarlo in sicurezza. E’ il presidente di Amg Energia, Giampaolo Galante a spiegare che “si tratta di un intervento complesso e di manutenzione straordinaria, che stiamo seguendo insieme all’assessorato alle Infrastrutture del Comune e ai vigili del fuoco. Sono in corso le verifiche necessarie anche per la presenza di una scuola nelle vicinanze, il danno economico ammonta a circa cinquantamila euro e l’intervento è molto delicato”.
“Una volta effettuati gli accertamenti – conclude Galante – compreso quello che riguarda la staticità della cabina, partiranno i lavori”. La cabina a cui il massiccio sistema di illuminazione è collegato, si trova in vicolo Santa Rosalia. Il rogo divampato il 21 giugno, probabilmente per surriscaldamento, l’ha mandata totalmente in tilt ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Quel giorno nella zona si è sprigionato molto fumo e i pompieri hanno messo in sicurezza l’area, ma l’intervento dei tecnici è stato possibile soltanto dopo diverse ore.
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07 Luglio 2018, 06:15