La divisa gli è rimasta addosso anche quando avrebbe potuto togliersela e farla diventare un ricordo. L’ultimo turno prima di una licenza e poi il pensionamento ai primi di luglio è diventato per Carlo Legrottaglie quello in cui ha trovato la morte.
Il 59enne, originario di Ostuni e in servizio al Nucleo radiomobile di Francavilla Fontana, è morto nelle prime ore di martedì 12 giugno. Un intervento dopo una rapina a un distributore di benzina, poi un inseguimento in auto e a piedi. I due rapinatori che iniziano a sparare e il brigadiere Legrottaglie che, colpito, cade per terra.
L’ultimo turno del carabiniere ucciso
Poche ore dopo, se le cose fossero andate diversamente, sarebbe tornato in caserma e avrebbe salutato i colleghi. Dopo una vita costellata di giornate, mattine, notti a salutare la moglie e le due figlie e poi a pattugliare le strade, sempre con l’incognita che un giorno sarebbe potuto non tornare dal lavoro. Un pensiero con cui tutti i familiari delle forze dell’ordine che fanno servizio in strada convivono. Ogni giorno è andata bene, vediamo il prossimo.
Poi all’inizio dell’ultimo turno di notte un saluto che ci si immagina al tempo stesso uguale a tanti altri e con una luce diversa: sarebbe stato l’ultimo, poi, una volta tornato a casa, Legrottaglie avrebbe tolto la divisa e l’avrebbe indossata di nuovo solo per congedarsi dall’Arma.
Di mezzo c’era solo quella notte in cui due rapinatori hanno incrociato il percorso di Legrottaglie e lui non si è tirato indietro. Ancora poche ore e poi è finita, ma in quel momento correre dietro i rapinatori. Che hanno risposto a fuoco, e il carabiniere è stato ucciso.
La vita del brigadiere Legrottaglie finisce così come è trascorsa per decenni: pattugliamenti di notte e al freddo, missioni difficili. Il 59enne è descritto come un uomo d’altri tempi, silenzioso, riservato, onesto, che non si è mai tirato indietro di fronte al pericolo. Non lo ha fatto neanche nell’ultimo giorno.