17 Luglio 2015, 06:29
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PALERMO – Ventisei anni per costruire una strada, che non è stata mai costruita. Lettere e raccomandate spedite al Comune per avere una risposta, che non è mai arrivata in via definitiva con tanto di botta e risposta tra gli uffici. Un progetto edilizio rimasto incompiuto, con i proprietari che adesso chiedono a Palazzo delle Aquile un risarcimento da 5 milioni di euro e inviano una nota anche in Procura. E’ una storia singolare quella che riguarda una palazzina di via Sampolo, costruita nel 1992 dalla Siace srl.
La vicenda, in realtà, comincia tre anni prima, nel 1989, quando Palazzo delle Aquile rilascia una concessione edilizia per realizzare una palazzina di cinque piani con parcheggio, un magazzino da 700 metri quadrati e un ammezzato con 9 uffici. L’edificio però, oltre ad affacciarsi su via Sampolo, dovrebbe affacciarsi anche su una strada che al momento… non c’è. Doveva essere infatti il prolungamento di via Antonio De Gregorio, traversa di via Duca della Verdura, ad angolo con il Vittorio Emanuele III. Una strada senza uscita che, nei progetti iniziali, si sarebbe dovuta unire a via Sampolo rendendo il palazzo di passaggio e quindi anche appetibile per uffici e attività varie.
Ma dal 1989 a oggi quella strada non è mai stata fatta e non compare nell’attuale piano triennale delle opere pubbliche, ovvero il Comune non ha nemmeno in programma di farla. E così i legali della Siace, gli avvocati Calandra, hanno deciso di scrivere per l’ennesimo volta a piazza Pretoria chiedendo un indennizzo di ben 5 milioni di euro. Gli appartamenti sono abitabili, ma le aree destinate a negozi e uffici hanno reso meno del previsto dato che non c’è lo sfogo su una strada (anche per motivi di sicurezza) e che quindi la zona è meno centrale di quanto non ci si aspettasse, per non parlare del fatto che magazzino e ammezzato non hanno finestre.
I lavori della palazzina sono iniziati nel 1990 e finiti nel 1992 e, in tutti questi anni, la Siace ha chiesto più volte al Comune di realizzare la strada, offrendosi anche di farla a proprie spese a scomputo degli oneri di urbanizzazione. Ma niente da fare. Il punto è che la strada non è stata confermata nel Prg (ma è prevista nella variante del 2002) e nel 2001 diventa anche oggetto di un botta e risposta tra Urbanistica ed Edilizia privata, entrambi uffici del Comune: secondo i primi l’area non è nemmeno acquisita al patrimonio comunale, per i secondi l’opera è comunque necessaria.
Insomma, un guazzabuglio burocratico in cui il Comune non ha ancora risposto, in via definitiva, alla domanda dei costruttori: quella strada va fatta oppure no? Inoltre i legali chiedono al Comune di far luce anche su una vicenda collegata: uno dei palazzi prospicienti, che si affacciano sulla via mai realizzata, ha ottenuto l’abitabilità con tanto di sopralluogo, nel 1992, di un funzionario comunale che ha certificato l’esistenza di un parcheggio. Peccato che nove anni dopo, nel 2001, lo stesso Comune chieda all’azienda di iniziare a costruirlo. Una prima nota è stata inviata lo scorso novembre agli assessori all’Urbanistica e all’Edilizia privata, oltre che al dirigente e al vice presidente del consiglio Nadia Spallitta; una seconda è stata spedita lo scorso 8 luglio con destinatari la Procura, Orlando, Arcuri e la commissione Urbanistica.
“E’ una vicenda che mette a nudo da un lato la fragilità del settore – dice Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia – dall’altro le complicate maglie della burocrazia. La vicenda va approfondita nelle sedi competenti, presenteremo un’interrogazione per chiarire meglio come sono avvenuti i vari passaggi. Poi ci determineremo. Non è chiaro il perché l’opera sia stata cassata dal piano triennale delle opere pubbliche, una cosa è certa: per essere stata inserita, ci sarà un progetto preliminare e una relazione. Prendiamo atto che esiste una concessione edilizia e che il Comune è chiamato a dare una risposta. Anche da questo si misura la credibilità di un’amministrazione”.
La vicenda, comunque, non è certo isolata. Palermo è infatti piena di “tappi”, ovvero strade mai completate, divise in più parti, intermezzate con edifici o aree verdi, espropri mai portati a termine e che si perdono negli anni.
“Questa strada non è prevista nel vigente programma triennale delle opere pubbliche, nè in quello da approvare – dice il vice sindaco Emilio Arcuri – la vicenda appare singolare, in particolare dove si segnala che sarebbe stata rilasciata una concessione edilizia singola in assenza delle opere di urbanizzazione. La vicenda, nonostante una nota di novembre, è stata portata alla nostra attenzione soltanto in questi giorni, stiamo facendo tutte gli approfondimenti necessari anche sul pagamento degli oneri. Il cittadino avrà un riscontro da parte nostra”.
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17 Luglio 2015, 06:29