16 Settembre 2019, 05:18
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PALERMO – La strada è costruita sulla proprietà privata e ora al Comune di Palermo toccherà pagare un risarcimento danni per i 33 anni di occupazione abusiva. Tutto questo a meno che Palazzo delle Aquile non restituisca il terreno, opzione in realtà poco percorribile perché sull’area è stata realizzata un’opera pubblica.
La vicenda nasce il 14 agosto 1986, quando il Comune di Palermo ha occupato più di 7mila metri quadrati di terreno. Adesso il Tar ha detto che l’occupazione è stata abusiva. Così le opere di urbanizzazione, pezzi di scuole e strade, dei quartieri della zona di via Belgio-Resuttana dovrebbero essere restituite ai proprietari dei terreni su cui sono state costruite. Il Tribunale amministrativo regionale infatti, decidendo la questione, ha dato due strade al Comune: o restituire i terreni e pagare un indennizzo, cosa inverosimile, oppure pagare il risarcimento dei danni e sanare lo stato di occupazione illegittima.
Il 24 luglio 1986 il Comune, con un’ordinanza sindacale predispose l’occupazione temporaneamente in via d’urgenza i terreni. L’ordinanza era inizialmente efficace cinque anni, poi è stata prorogata fino al 13 agosto 1995. Entro quella data doveva essere emanato così il provvedimento di esproprio. Ma così non è stato.
Nel 2015, così, i proprietari hanno fatto ricorso chiedendo la restituzione del fondo perché illegittimamente occupato. La difesa del Comune non ha negato che il procedimento di esproprio non era stato realizzato ma ha puntato sul fatto che dal 1987, data in cui la strada è stata conclusa, si era realizzata l’usucapione dei terreni.
Questa circostanza però non è stata accolta dai giudici amministrativi del primo grado che hanno ribadito che la pubbliche amministrazioni non possono rivendicare l’acquisizione di un terreno per usucapione se l’occupazione del terreno è stata illegittima. Si tratterebbe piuttosto di un “illecito permanente”, e così “indiscutibile il carattere illecito dell’attuale possesso, da parte del Comune intimato, dei terreni”.
I giudici, inoltre, hanno neutralizzato anche l’argomento del tempo passato dall’occupazione. Se di usucapione bisognava parlare, dovevano passare vent’anni dalla data di scadenza dell’occupazione temporanea e cioè entro il 13 agosto 2015. Il ricorso, però, è stato presentato quindici giorni prima della scadenza del termine e così anche in questa tesi non sarebbe bastata.
Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Giovanni Gioia che ha patrocinato la causa che riguardava la sua famiglia: “E’ la giusta conclusione di questi lunghi anni di battaglie legali e di duro sacrificio nello studio delle carte. Una battaglia vinta da dedicare alla memoria di mio nonno Giovanni, a cui il Comune sottrasse illegittimamente i terreni”.
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16 Settembre 2019, 05:18