22 Marzo 2022, 10:22
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Omicidio colposo. E’ questa l’accusa formalizzata a margine di un interrogatorio fiume durato diverse ore a carico di Paolo Falzone, 34enne belga ma di origine agrigentina, alla guida della Bmw serie 5 con cui domenica all’alba ha travolto una folla di persone radunata per il carnevale a Strépy-Bracquegnies – a La Louviere – uccidendone sei. Il conducente del bolide-killer resta in custodia cautelare. E’ stato invece rilasciato, ma accusato di omissione di soccorso, Nino, 32 anni, che durante il tragico schianto si trovava seduto accanto al posto di guida. In un primo momento si era erroneamente creduto che tra i due ci fosse un rapporto di parentela ma la circostanza è stata chiarita via social da una cugina di Paolo. Quest’ultimo è originario di Grotte mentre i genitori di Nino sono nati a Comitini, paese di poco più di mille anime nei pressi di Aragona.
Ed è proprio da queste comunità, soprattutto negli anni Sessanta, che moltissime persone hanno raggiunto La Louviere in cerca di lavoro e fortuna. Il comune di Aragona, per tale motivo, è gemellato con la cittadina belga e ha già annunciato la proclamazione del lutto cittadino in occasione dei funerali delle vittime. Emergono, dunque, nuovi e significativi dettagli sulla strage avvenuta in Belgio ma i cui protagonisti sono (quasi) tutti italiani: dai (presunti) responsabili alla metà delle vittime. Paolo Falzone è stato sentito per tutta la sera dal gip di Tournai a cui ha confermato di trovarsi alla guida del mezzo ma di essere sotto shock e non ricordare molto.
“Non capiva cosa ci fosse di fronte a lui e ha sentito esplodere i finestrini e sentire le persone urlare” ha riferito il suo avvocato. Gli inquirenti hanno ricostruito gli spostamenti effettuati dai due Falzone fino al drammatico epilogo culminato con la morte di sei persone e il ferimento di almeno altre ventisette. Paolo e Nino erano stati in discoteca e avevano appena lasciato a casa un amico. Il più giovane era consapevole di non poter guidare avendo bevuto qualche bicchiere di troppo mentre Paolo si era messo alla guida. Il test dell’alcol effettuato su di lui ha rilevato un leggero tasso alcolemico. I risultati di ulteriori accertamenti, quali ad esempio le analisi del sangue, si conosceranno nelle prossime ore e saranno decisivi per avere un quadro più chiaro della situazione. Resta da capire anche cosa emergerà dalle verifiche sull’automobile e sull’eventuale presenza (o assenza) di tracce di frenata.
Al momento l’unica certezza inconfutabile è la passione di Paolo Falzone per le auto e per l’alta velocità. E non ne faceva certamente mistero come emerge da alcune foto postate sui social del tachimetro della sua “piccola bomba” – così definiva la sua auto – a 260km/h. Nel 2017 gli era stata sospesa la patente di guida per quasi un mese per violazione del codice della strada e, come da lui stesso confessato, si sentiva un leone in gabbia: “Quando vedo le chiavi impazzisco, voglio uscire.. altri 24 giorni senza patente .. lo odio..”.
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22 Marzo 2022, 10:22