25 Giugno 2022, 14:02
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Un esposto alla Procura di Bologna sulla strage di Ustica, in cui si ipotizza la presenza di una bomba a bordo, provoca la reazione indignata dei parenti delle vittime.
Il 27 giugno del 1980 morirono 81 persone a bordo del DC9 Itavia, decollato da Bologna e diretto a Palermo.
Sequestrare il relitto di Ustica per sottoporlo a nuovi accertamenti tecnico-scientifici. Sarebbe questa, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, la richiesta avanzata con un esposto alla Procura di Bologna dalla presidente dell’associazione ‘Per la Verità su Ustica’ firmata da Flavio Bartolucci.
“Gli accertamenti tecnici nella fase istruttoria e confermati in fase dibattimentale – si legge nell’esposto – hanno consentito di accertare che l’unica ipotesi tecnicamente sostenibile era quella dell’esplosione interna attribuibile a una bomba”.
Da qui la richiesta di sequestro del relitto, che è stato ricomposto in un’installazione artistica di Christian Boltanski ed esposto al Museo della memoria di Ustica. L’associazione terrà oggi un convegno a Bologna, al quale parteciperanno l’ex ministro Carlo Giovanardi e altri esponenti che si sono occupati del caso.
“Provocazioni, depistaggi e menzogne”. I familiari delle vittime, attraverso la presidente Daria Bonfietti, definiscono così l’esposto presentato dall’associazione per la Verità su Ustica che oggi terrà un convegno a Bologna.
“Si parla di sequestro – dice Bonfietti – senza sapere che il relitto del dc9 è al Comune di Bologna in affidamento giudiziario e quindi a disposizione sempre della magistratura, osservando anche che è la Procura della Repubblica di Roma che sta, come detto, indagando e quindi è referente di ogni possibile istanza. Poi si continua a parlare di documenti secretati e voglio informare che proprio in questi giorni sono stati depositati in libera consultazione all’archivio centrale dello Stato tutti quei documenti sui quali in questi anni si erano sviluppate pretestuose polemiche. La perizia sulla bomba che si continua a citare è una perizia rigettata, con dettagliate motivazioni, dagli stessi inquirenti che l’avevano commissionata per le loro indagini”.
“Personalmente – prosegue Bonfietti – mi pare doveroso chiedere ai militari, così convinti oggi della bomba perché di bomba non si è mai parlato nei tempi dovuti (ricordo che i vertici Aeronautica sono andati a processo per aver sostenuto il cedimento strutturale), e in generale, perché continuare a far riferimento a Cossiga quando da lui parte proprio la denuncia dell’abbattimento”.
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25 Giugno 2022, 14:02