“L’ipotesi della pista nera per quanto riguarda le stragi di mafia del 1992, legata al terrorista Stefano Delle Chiaie, vale zero tagliato”, spiega il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca. Raramente si assiste ad affermazioni così trancianti.
“Si trattava di zero tagliato”
Il capo dei pm di Caltanissetta non è andato troppo per il sottile durante l’audizione alla Commissione nazionale Antimafia: “Quando abbiamo ricevuto gli atti da Palermo pensavamo che si trattasse di una pista eccezionale, ma guardando le carte ci siamo resi conto che si trattava di zero tagliato”.
Il dossier “Mafia e appalti”
Nel frattempo a Caltanisstta hanno ripreso in mano il dossier “Mafia e appalti” a cui Borsellino stava lavorando, consegnato alla Procura di Palermo dal Ros dei carabinieri il 16 febbraio 1991. Oggi De Luca spiega: “Non capisco lo scetticismo manifestato su questa pista, che ritengo una concausa sugli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
L’isolamento di Falcone e Borsellino
Il magistrato individua nell’isolamento di Falcone e Borsellino una precondizione, il terreno fertile della stagione stragista. La vicenda “Mafia appalti” sarebbe stata la concausa delle stragi di Capaci e via D’Amelio. In particolare “la gestione delle indagini su mafia e appalti presso la procura di Pietro Giammanco”.
De Luca sottolinea che l’ex magistrato Gioacchino Natoli, indagato a Caltanissetta per favoreggiamento aggravato (insieme all’ex collega Giuseppe Pignatone) nel corso dell’audizione al Csm, pochi giorni dopo la strage Borsellino, avrebbe mentito sui rapporti tra l’allora procuratore Pietro Giammanco e Borsellino: “Ha sostenuto di non avere informazioni né dirette né indirette”.
Pur non avendo prove su “elementi corruttivi che riguardano Giammanco e Pignatone – aggiunge il procuratore – potrebbero aver avuto comportamenti inopportuni, tali da indurre i mafiosi a ritenere che la Procura – con l’eccezione di Falcone e Borsellino, ritenuti incorruttibili e dunque possibile bersaglio della criminalità organizzata – fosse malleabile”.
De Luca parla di“inopportunità di occuparsi delle indagini su Bonura, Piazza e Ferruzzi”, e cioè sui costruttori mafiosi e sul colosso dell’imprenditoria al centro del dossier “Mafia e appalti”. Le indagini della procura di Caltanissetta hanno scandagliato anche un grosso investimento immobiliare della famiglia Pignatone. Un appartamento fu acquistato dalla moglie di Pignatone, secondo i pm nisseni per un prezzo “non congruo”.
Pignatone, sentito dai pm nisseni, ha ammesso che “venti milioni furono pagati in contanti”. “Non diamo giudizi morali, ma si trattò di un’evasione fiscale nei confronti del capomandamento di Passo di Rigano Salvatore Buscemi, socio della Immobiliare Raffaello. Una situazione di inopportunità”, aggiunge De Luca.
Stefano Delle Chiaie e le stragi
Tutto questo è oggetto delle nuove indagini ancora in corso e delle quali, ascoltando le parole di De Luca, non meritano di fare più parte le vicende del terrorista nero Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia nazionale. Un fantasma che aleggia sulla stragi in cui morirono Falcone, Borsellino e gli uomini di scorta. Tutte le volte, e non sono poche, che viene tirato in ballo le indagini finiscono per rivelarne l’inconsistenza.
Per ultimi sono spuntati i ricordi posticci di un carabiniere in pensione, Walter Giustini, e di Maria Romeo, ex compagna del collaboratore di giustizia, Albero Lo Cicero.
“Le indagini svolte non non solo non hanno consentito di rinvenire alcun elemento di riscontro alla cosiddetta pista nera ma hanno pure fatto emergere la totale inattendibilità e addirittura la falsità delle dichiarazioni rese da soggetti – si leggeva in una delle ultime richieste di archiviazione dei pm nisseni – che avrebbero dovuto consentire di acquisire elementi sia pure del relato, essendo la fonte primaria Lo Cicero Alberto deceduta, in relazione a questa pista nera”.
Oggi De Luca, senza fare ricorso a tecnicismi giuridici, dice che la pista di Delle Chiaie “vale zero”. Basterà a chiudere il caso? Il passato ha insegnato che spunterà qualcun altro, fuori tempo massimo, aggiungere ulteriori tasselli sulle stragi del ’92.

