Strappo istituzionale |Il Consiglio non si scioglie

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17 Giugno 2013, 19:09

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CATANIA – Strappo istituzionale a Palazzo dei Minoriti. Convocato per domani mattina il Consiglio provinciale nonostante l’indicazione della Regione siciliana di farne cessare le attività con il quindici di giugno. Una iniziativa dalla quale il Presidente Giovanni Leonardi prende le distanze: “Nonostante io nutra delle forti perplessità sulla scelta di Crocetta, ritengo importante rispettare le indicazione del governo regionale”. Intanto però tra i consiglieri esautorati ha preso forma un fronte bipartisan di irriducibili. Contattato da LiveSiciliaCatania, Mimmo Galvagno, capogruppo dell’Mpa, spiega: “La nostra non è una protesta simbolica, domani saremo in aula a discutere del bilancio, è nostro dovere farlo. Siamo stati esautorati- denuncia- senza che fosse varato alcun decreto. Noi siamo stati legittimati dall’elettorato a stare qui, fino a scadenza naturale”.

Perché una nuova convocazione del consiglio, dopo lo scioglimento?

“Siamo di fronte a una faccenda grave. Tutti i consigli provinciali sono stati liquidati attraverso una semplice missiva a firma di un funzionario, senza che vi fosse alcun decreto specifico. Qui ne vale della dignità delle istituzioni. Noi siamo stati eletti dal popolo, non siamo dei paracadutati. Noi abbiamo giurato il ventisette di luglio del 2008, non il 15 gugno. Siamo stati liquidati d’ufficio”.

C’è una differenza di sole sei settimane.

“Lo so. Il consigliere Parrinello ha richiesto un consiglio per domani, affinché Crocetta promulgare un apposito decreto. Non escludiamo che possa arrivare nelle prossime ore. Diciamo che gli abbiamo voluto dare due giorni per aggiustare la cosa. Si sappia, saremo in aula senza gettone di presenza. Non ci sarà alcun aggravio per la collettività”.

Se non dovessero arrivare risposte?

“È possibile che ci riuniremo al oltranza. Non puntiamo ad una protesta eclatante, ma non si può escludere nulla. Abbiamo ancora da approvare il consuntivo, arrivato soltanto quattro giorni fa. Abbiamo questo obbligo morale”.

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É un questione solo formale o c’è una contestazione radicale nei confronti del progetto di Crocetta?

“Io sono sicuramente per la rimodulazione delle provincie, ma non della loro abrogazione. Crocetta ha fatto un cambio di casa, se mi permette la metafora,lasciando però i mobili per strada. Pensavo che fosse una personalità di maggior spessore, ma si è piegato ai desiderata dei grillini. Si è dimostrato troppo precipotoso nella liquidazione delle Provincie. Peccato che non abbia idea di cosa accadrà da domani. Non è un caso che abbai convocato l’ennesima commissione di saggi per studiare la materia”.

Che effetti avrà il ricorso presentato al Tar con la riforma Crocetta?

Sono convinto che il ricorso la potrebbe spuntare.

 

 

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17 Giugno 2013, 19:09

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