Catania

Streaming illegale, asse Catania-Europa: giro da 3 miliardi l’anno

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27 Novembre 2024, 12:40

3 min di lettura

CATANIA – I termini dell’operazione “Taken down”, scattata ad opera del Dipartimento di Polizia Postale di Catania e della Sicilia orientale, sono stati illustrati in conferenza stampa. Sgominata una banda dedita allo streaming illegale. Con 22 milioni di utenti. Numeri impressionanti.

Streaming illegale

Un blitz della polizia contro lo streaming illegale. Coordinata dalla Procura di Catania col sequestro di oltre 2.500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa. E che permettevano un giro illegale di affari di oltre 250 milioni di euro mensili. Tre miliardi l’anno.

L’operazione, pianificata dalle autorità giudiziarie internazionali Eurojust ed Europol, è stata coordina operativamente del Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica. Col supporto della rete operativa @on (operation network), finanziata dalla commissione europea e guidata dalla Dia.  

“Indagini ancora in corso”

“Le indagini sono ancora in corso” ha evidenziato il procuratore capo di Catania Francesco Curcio nel corso della conferenza stampa.

Le indagini si sono svolte per oltre due anni. E avrebbero fatto luce su di un sodalizio con strutture operative ben delineate, una rete informatica distribuita su più paesi ed una organizzazione capillare finalizzata alla rivendita dei segnali attraverso molteplici punti.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il sodalizio era strutturato sulla base di un legame associativo tra più soggetti residenti domiciliati in Italia e all’Estero, strutturato secondo un modello organizzativo di tipo verticistico.

Caratterizzato dalla presenza di sodali che rivestivano ruoli distinti e ben precisi, che si sarebbe rilevato idoneo ed adeguato alla realizzazione di una serie indeterminata di reati, in particolare i reati concernenti lo streaming illegale di contenuti audiovisivi mediante IPTV, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riciclaggio. 

I server esteri

Gli approfondimenti investigativi svolti dalla Polizia Postale hanno, infatti, consentito di individuare le sedi estere. Erano in Romania e ad Hong Kong dove sono stati rintracciati 9 server. Attraverso i quali veniva diffuso in tutta Europa il segnale audiovisivo piratato.

Che il personale della Polizia Postale, con la collaborazione delle omologhe forze di polizia estere, ha provveduto a spegnere. Sono stati, inoltre rintracciati in Inghilterra ed in Olanda 3 amministratori di livello superiore della struttura informatica investigata. Assieme ad 80 pannelli di controllo dei flussi streaming per i vari canali (IPTV) nella disponibilità degli indagati sull’intero territorio nazionale.

Nel corso delle perquisizioni svolte nella giornata di ieri sono state sottoposte a sequestro, in quanto ritenute profitto dei reati consumati criptovalute per oltre 1.650.000 di euro e denaro contanti per oltre 40.000 euro.

Per eludere i possibili controlli, gli indagati avrebbero fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. 

Le città coinvolte

Di seguito, l’elenco delle città coinvolte nell’operazione: Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata.

Nell’operazione di oggi, figurano indagati all’estero nelle seguenti nazioni: Regno Unito, Svizzera, Svezia, Olanda, Germania e server posizionati in Olanda, Romania e Cina.

Pubblicato il

27 Novembre 2024, 12:40

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