Striscioni di protesta al Tribunale

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21 Maggio 2013, 15:22

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PALERMO – Cartelloni bianchi a caratteri neri ricoprono, da ieri, l’area antistante il Tribunale di Palermo. Ad affiggerli, Francesco Carbone, dipendente per sette anni a Verona di una ditta ditta appaltatrice di Poste Italiane. Carbone, originario della provincia di Palermo, da anni denuncia presunte irregolarità che avrebbe riscontrato e che ha denunciato a partire del 2007. Da allora, Carbone ha presentato una sfilza di denunce, tutte archiviate dalla magistratura. Carbone parla di “un’associazione a delinquere”  formata da “appaltatori, dirigenti, sindacati”. Tra le accuse principali rivolte dall’uomo e tutte archiviate, figurano appalti a monopolio, frode, tentata corruzione, minacce e vessazioni.

Nei manifesti che, in queste ore, hanno attirato lo sguardo di molti palermitani, l’uomo chiede al procuratore generale l’avocazione delle denunce presentate alle autorità: “Sono pronto a consegnare al procuratore tutte le prove in mio possesso: 49 pagine, 62 allegati cartacei e un dischetto in 40 foto e 80 video”. E’ questa la richiesta espressa da Carbone nel corso del sit-in a oltranza che prosegue davanti al Palazzo di Giustizia. Carbone ha iniziato la sua battaglia presentando tre atti all’Usl di Verona ma la storia degli esposti, esibiti e archiviati, è lunga e articolata: “Ho presentato tredici denunce penali alla magistratura, tre richieste di intervento ministeriale, sei lettere al Presidente della Repubblica, due istanze al Csm, una lettera al Presidente Fini e sulle mie denunce sono state presentate anche due interrogazioni parlamentari. Ma nessuno mi ha mai denunciato per diffamazione e calunnia”.

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21 Maggio 2013, 15:22

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