Il brivido, il volo e la tragedia | La morte di Giulia nel racconto delle amiche - Live Sicilia

Il brivido, il volo e la tragedia | La morte di Giulia nel racconto delle amiche

L'estate scorsa Giulia Foresta, studentessa palermitana di 22 anni, moriva in Croazia precipitando mentre faceva parasailing. Le amiche sono state sentite dalle autorità croate con una rogatoria internazionale. Ci sono due indagati. E i genitori annunciano: "Nessun passo indietro, vogliamo giustizia e verità".

PALERMO - L'INCHIESTA
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PALERMO – È toccato a loro ripercorrere il dolore di quel maledetto giorno d’estate. Il giorno in cui, l’anno scorso, hanno visto morire Giulia. Giulia Foresta aveva 22 anni. Studiava Giurisprudenza. Era in vacanza con le amiche in Croazia ed è precipitata da un’altezza di dieci metri mentre faceva parasailing. Il mare è diventato di marmo.

Una giovane vita spezzata è la dolorisissima certezza da cui muovono le indagini. Dinamica e causa sono ancora da chiarire. Per sapere cosa sia realmente accaduto è stata attivata una rogatoria internazionale e ieri Elisa, Giorgia e Caterina, tre amiche della sfortunata ragazza, sono state sentite al Palazzo di giustizia di Palermo dagli investigatori croati. Erano presenti il giudice per le indagini preliminari Sergio Ziino e il pubblico ministero Maurizio Agnello.

Il padre della ragazza, Angelo, e la madre, Teresa Vaiarelli, proseguono la loro battaglia per la verità. Una battaglia discreta nei toni, ma incisiva. “Vogliamo giustizia – dice papà Angelo -. Ci hanno chiesto quali fossero le nostre intenzioni e abbiamo ribadito che ci costituiremo parte civile al processo. Non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro. Speriamo che le audizioni di ieri possano servire per fare chiarezza. Noi procederemo contro queste persone”.

Il “queste persone” è riferito agli indagati. Che al momento sono due. Uno è il titolare della licenza della società che organizzava l’attività sportiva, l’altro avrebbe tentato di nascondere qualcosa sul motoscafo che trainava il paracadute. Dunque, non solo c’è il sospetto che qualcosa non abbia funzionato a dovere, ma anche che ci sia stato il tentativo di occultare le prove. Trapelano scarni particolari dell’inchiesta. Di certo sono state disposte delle perizie sull’imbracatura che teneva Giulia. Hanno ceduto le funi di traino del paracadute, si è rotto il dispositivo di sicurezza, le cinture sono state allacciate male? Sono tanti i punti da chiarire, come conferma il legale della famiglia Foresta, Alessandro D’Avenia, che parla di indagini ancora in fase preliminare.

Le amiche hanno raccontato gli ultimi istanti di vita di Giulia. Dalle foto scatatte prima di salire in alto con il paracadute, trascinata da un motoscafo, alle operazioni di imbracatura. Dalla loro ricostruzione emergerebbe il mancato rispetto delle norme di sicurezza.

In tandem con Giulia c’era Elisa. Anche lei ha rischiato di morire a Bol, località balneare sull’isola croata di Brac. E piange a dirotto quando ricorda di avere visto Giulia precipitare. Lei era ancora legata al paracadute quando è finita in acqua. Se non avesse avuto la prontezza di sganciarlo probabilmente sarebbe annegata.

 


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