Studenti democratici catanesi |Il racconto di #ClasseDem

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21 Ottobre 2016, 16:08

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CATANIA – Qualche settimana fa, con la lectio magistralis del Presidente Emerito Giorgio Napolitano, si è concluso il primo anno accademico di Classe democratica, la scuola di formazione politica dedicata agli under 35 del partito democratico provenienti da tutta Italia. Molti siciliani hanno preso parte al ciclo di lezioni che da Febbraio hanno impegnato diversi week-end, consegnando loro un’esperienza per la quale si dichiarano entusiasti. Abbiamo chiesto ad Amanda Catania e Mario Gerbino, dirigenti del PD catanese, di raccontarci le loro riflessioni sulla scuola di partito.

Amanda, tu sei Responsabile Comunicazione e Cultura del PD Catania, quali sono gli insegnamenti che riporti nel territorio dopo questi mesi?

“La politica è opera di esseri umani che hanno interessi, passioni e memorie. Quando questi interessi accomunano più di 400 ragazzi provenienti da tutta Italia, il risultato è sorprendente. Da Aosta a Sassari, passando per Castel Fiorentino, Ladispoli e Barile, ho incontrato giovani amministratori, militanti, futuri dirigenti con i quali ho spesso intavolato discussioni complesse, tra sincere critiche e validi suggerimenti, senza ostracismi personali. Uno scambio di idee proficuo dal quale è emerso che noi giovani abbiamo un importante compito: riconciliare le nuove generazioni con la politica. Classedem ha avuto la capacità di stimolare il dialogo, di affinare lo spirito critico, di affermare il coraggio delle proprie convinzioni. Ci ha ricordato una cosa tanto semplice quanto fondamentale: saper ascoltare. Classedem segna il ritorno ad investire fattivamente e con convinzione sulla formazione politica di qualità e strutturata, come momento essenziale di selezione, di studio, di approfondimento aperto alle nuove generazioni, le stesse che si candidano ad essere la futura classe dirigente”.

Cosa chiedono i giovani alla politica?

“Sono alla ricerca di un bene comune da perseguire, in contrapposizione a quella cultura negativa ormai radicata, di bene personale. Oggi più che mai, in un contesto di profonda crisi economica e occupazionale, chiedono che i nostri rappresentanti si facciano carico delle problematiche dei giovani, affrontandole con politiche mirate e coraggiose. Chiedono, soprattutto, di essere protagonisti dei dibattiti istituzionali e delle attività politiche.”

Mario, già segretario dei giovani democratici di Acireale, pensi che una scuola di formazione politica possa servire ad avvicinare i più giovani?

“Classedem è un grande stimolo non solo per chi già si spende sui territori ed è politicamente attivo. Lo è soprattutto per chi magari non ha ancora avuto la giusta occasione per far parte di questa complessa ma attiva e fervida comunità. E’ chiaro, però, che per essere davvero i dirigenti del domani, non basta frequentare le lezioni di una scuola politica. E’ solo un punto di partenza. E’ necessario tanto lavoro di approfondimento e studio individuale. Io dico sempre che non ci si deve improvvisare, mai. La chiave di tutto è la preparazione. Inoltre, purtroppo, sono soprattutto i giovani che tendono ad allontanarsi, un po’ disilussi ed apatici. Si sentono ai margini della politica ed una scuola di partito può essere in grado di invertire la tendenza.”

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Cosa cambia rispetto alle precedenti iniziative di formazione politica?

“Beh, sono trascorsi venticinque anni dalla chiusura della storia scuola delle Frattocchie, in cui politici ci si diventava dopo aver dimostrato concrete capacità ed una profonda conoscenza delle dottrine, delle ideologie del proprio partito. E’ un segnale forte, che restituisce la giusta importanza ed attenzione alle menti più giovani, che fanno di un partito fucina di idee. L’esperienza di #Classedem insegna che noi ragazzi possiamo davvero essere fonte di una cultura politica riformista che oggi più di ieri, serve ad un partito e ad un paese che ci s’impegna a governare. La nuova scuola di formazione, forse, rispetto alle precedenti, dimostra più dinamismo nel modo in cui ci si prepara ad affrontare le sfide del futuro”.

Amanda e Mario, molti dei vostri compagni hanno riferito la loro esperienza nelle loro città. Sappiamo che anche a Catania è stata avviata l’organizzazione di un ciclo di formazione politica. Cosa succederà?

“All’indomani della fine della Festa Nazionale dell’Unità io e Mario ci siamo detti che non avremmo dovuto disperdere le energie, l’entusiasmo e la passione di quelle settimane. Abbiamo subito coinvolto i nostri “compagni” siracusani e in poche ore abbiamo tracciato il profilo di una scuola di formazione in linea con l’esperienza classedem. Il 12 Novembre, infatti, a Catania, affronteremo due temi di grande importanza: la riforma costituzionale ed il patrimonio culturale delle città. Il 13 ci sposteremo a Siracusa dove, Luca Campisi, componente della Segreteria Regionale dei Giovani Democratici e delegato all’assemblea provinciale di Siracusa, e Giuseppe Cannavà, Presidente della Direzione Provinciale dei GD, coordineranno i panel inerenti l’immigrazione ed il turismo. Molti autorevoli relatori si alterneranno in quei giorni. Se dovessimo fare un nome che possa servire come esempio, faremmo quello di Luciano Violante, ex Presidente della Camera dei Deputati ed ex Presidente della Commissione parlamentare antimafia. E’ un’iniziativa in divenire che vedrà la presenza anche di Andre De Maria,il Responsabile Formazione della Segreteria nazionale e che ha coordinato appunto il progetto Classedem”.

 

 

 

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21 Ottobre 2016, 16:08

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