21 Aprile 2017, 15:49
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PALERMO – Un esposto alla Procura per interruzione di pubblico servizio presentato dai Cobas e ora una lettera-appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella da parte delle famiglie di ragazzi disabili di Palermo e provincia. Che da mesi non usufruiscono più del servizio di trasporto previsto per legge. Una situazione che si protrae dall’inizio dell’anno e che rischia di far perdere l’anno ad alcuni di loro.
Il paradosso è che il problema non sta nella mancanza di fondi, che ci sono, ma nel fatto che le tre gare bandite dalla Città metropolitana di Palermo per assegnare il servizio, spiega il dirigente Filippo Spallina, sono andate tutte deserte. “A febbraio s’è presentata la ditta che aveva svolto il servizio in passato ma non aveva il certificato di buon servizio perché avevamo sollevato delle contestazioni sul servizio”, racconta Spallina. E così l’ex Provincia ha tamponato l’emergenza col rimborso chilometrico. Cioè, le famiglie provvedono al trasporto, chi può, e le istituzioni rimborsano una parte della benzina. Ma il disagio ovviamente resta e una soluzione ancora non c’è, anche se l’anno scolastico volge al termine. “Abbiamo fatto riunioni con l’Amat di Palermo e la Croce rossa e siamo in attesa di una risposta da quest’ultima – spiega il dirigente -. Mi auguro che il sistema venga rivisto in un tavolo tecnico per evitare per il prossimo anno scolastico questi problemi”.
Da mesi i familiari dei ragazzi disabili scendono in piazza per cercare di sbloccare la situazione. “Quel che abbiamo appurato – dice Donatella Anello dei Cobas – è che la Regione in effetti ha trasferito alle città metropolitane per i disabili circa 20 milioni di euro, tre dei quali a Palermo. L’ufficio di competenza ha bandito la gara per l’affidamento del servizio di trasporto, ma l’unica ditta che s’è presentata, tra l’altro la stessa che svolge il servizio da decenni, è stata esclusa perché non avrebbe i requisiti in regola. Il Tar però ha accolto il ricorso della ditta. La commissione esaminatrice però rimane ferma nella sua decisione”.
I Cobas, che valutano nuove azioni legali, e le famiglie disabili si appellano al Quirinale e lamentano il mancato intervento del sindaco metropolitano Leoluca Orlando. “Essendo una situazione di emergenza potrebbe intervenire con un’ordinanza affidando direttamente il servizio ma non lo fa”, dice la sindacalista dei Cobas. “Come può essere definito civile un Paese in cui diritti fondamentali vengono costantemente negati dalle sue stesse Istituzioni che dovrebbero invece garantirli?”, chiedono le famiglie al Capo dello Stato.
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21 Aprile 2017, 15:49