Studenti in piazza contro la casta |Bruciati fac-simile elettorali

di

05 Ottobre 2012, 12:00

4 min di lettura

PALERMO – Centinaia di fac-simile elettorali sono stati bruciati oggi da studenti medi in protesta, davanti alla sede della Regione a Palermo.

È stato il culmine del corteo di protesta promosso dal Coordinamento degli studenti medi, dai collettivi studenteschi, dal fronte della Gioventù comunista, dai centri sociali, da ex Carcere e Anomalia. Una mobilitazione di livello nazionale: collettivi e associazioni oggi sono in marcia anche a Roma, Milano e Napoli.

A Palermo significativa la presenza di studenti delle scuole Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Benedetto Croce e Umberto I. Circa un migliaio di studenti secondo gli organizzatori, “almeno 500” secondo i responsabili dell’ordine pubblico, si sono dati appuntamento alle 9 di stamattina in piazza Politeama, per protestare contro “una politica che di fatto rende la scuola sempre più di classe. Tagli indiscriminati al personale e alle risorse, libri che diventano anno dopo anno sempre più cari, quando invece l’istruzione dovrebbe essere garantita a tutti, soprattutto per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro”, spiega Alessio Marinelli, del Fronte della gioventù comunista.

Gli studenti hanno percorso via Ruggero Settimo e via Maqueda fino ai Quattro canti, per poi svoltare in corso Vittorio Emanuele e raggiungere la sede della Regione.

Con loro hanno sfilato, unico sindacato presente, rappresentanti dell’Unione sindacale di base: “Siamo sempre stati vicini alle lotte dei ragazzi dei collettivi e dei centri sociali, e loro alle nostre. Sono rimasti l’unica vera opposizione, contro politiche di austerità che sembra mirino a impoverire culturalmente la nostra società. Lo dico da sindacalista e da padre, rischiamo di andare verso una società troppo facile da controllare”, dichiara Sandro Cardinale, portavoce Usb. Con loro anche una rappresentanza dei lavoratori della Gesip e di precari della scuola. Mauro Buccheri, insegnante precario di filosofia e storia si sente vicino alla protesta dei giovani “perché le politiche del governo Monti, come tutte quelle messe in atto finora, non hanno risolto nessuno dei problemi della scuola”.

Una protesta, nonostante la connotazione politica delle sigle che vi partecipano, che ha molto in comune con l’antipolitica e il tentativo di “fare sistema” dal basso contro la casta, spiega Bianca Giammanco, iscritta al liceo Umberto I e portavoce del Coordinamento degli studenti medi di Palermo. Bersaglio della protesta infatti sono “il governo, ma anche tutte le parti politiche che lo appoggiano – spiega la Giammanco – abbiamo scelto di portare il corteo davanti alla Regione, dove bruceremo simbolicamente i certificati elettorali degli studenti che già a partire da queste regionali sono chiamati a votare, per significare che non abbiamo nessuna fiducia in nessuna parte politica. Neanche il Movimento 5 stelle è un’alternativa”.

Secondo la Giammanco, nessuno ha la forza o la volontà di opporsi al piano della riforma Profumo “che dice di ispirarsi a criteri meritocratici. Ma se, come avviene per gli studenti delle scuole tecniche, sei costretto a pagarti i tirocini, se lasci che il costo dei libri aumenti anno per anno, se non concedi nessuna agevolazione per i trasporti, la scuola diventa solo per chi se la può permettere non per chi se la merita. E comunque dovrebbe essere un diritto di tutti”. Per i giovani in protesta oggi anche il “concorsone” per la stabilizzazione dei precari è solo “un modo per mettere una toppa sul problema del personale docente”, e in molti parteciperanno alla manifestazione del 12 ottobre. La prossima assemblea dei collettivi è annunciata per il 9, al centro sociale Ex carcere, e non è escluso che le proteste proseguiranno.

“Motivazioni sacrosante quelle che hanno portato in piazza a Palermo e in tutta Italia gli studenti a rivendicare il proprio diritto allo studio e a protestare contro i tagli alla scuola pubblica”. Questo quanto si legge in una nota di Salvo Barone, candidato Idv alle prossime Regionali. “Ma distruggere le schede elettorali, per chi si appresta ad esprimere per la prima volta il proprio voto, è negarsi il diritto al cambiamento”. Lo dichiara Salvo Barone, candidato con Italia dei Valori alle prossime elezioni regionali in Sicilia. “Occorre che soprattutto i giovani diano un chiaro e netto segnale di cambiamento. Non andare a votare è come riconsegnare la Sicilia e il proprio futuro a chi in questi ultimi decenni è rimasto attaccato alla sua poltrona da deputato senza mai realmente interessarsi e attivarsi per rilanciare la propria terra. Gli ultimi amministratori della Regione hanno ulteriormente offeso il diritto allo studio aumentando del 65% la tassa regionale per gli universitari nell’anno accademico 2012/13, senza distinzione per la fasce di reddito. Noi non solo siamo contrari all’aumento ma lavoreremo per l’annullamento della tassa stessa. Vogliamo che si fermino i continui tagli alla scuola pubblica, che non si segua più la logica del profitto e che i libri di testo non siano un salasso per ogni famiglia”.

Pubblicato il

05 Ottobre 2012, 12:00

Condividi sui social