Studenti in piazza Università |Crupi: “Non è l’ultimo giorno”

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12 Dicembre 2013, 16:48

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CATANIA – “Chiediamo un futuro, quello stesso futuro che ci verrà negato dopo il diploma. È questa l’unica occasione che abbiamo per farci sentire”. Queste le parole di  Roberto Bucolo, studente del Itc Vigo Leonardo di Acireale, sceso stamani in piazza Università, nei pressi del gazebo dei Forconi, come gesto di “ribellione”. Con lui c’era qualche centinaio di alunni delle scuole medie-superiori della provincia catanese. Gli studenti dell’aereonautico Ferrarin si riconoscono dalla divisa indossata. Ci sono poi gli studenti dell’alberghiero Karol Wojtyla. Dai licei, invece, sono davvero in pochi. “Siamo solidali – riferisce ancora a LiveSiciliaCatania Bucolo – con tutti quei disoccupati e cassintegrati che sono scesi in questi giorni in strada su tutto il territorio nazionale”.

Gli studenti rassicurano che non c’è alcuna sigla partitica o sindacale dietro l’appuntamento di stamani. Tutto è scaturito attraverso il tam tam su Facebook: “Siamo un coordinamento spontaneo – aggiunge Simone – non abbiamo nulla a che vedere neanche con i Forconi, che almeno su Catania sono totalmente assenti. Se abbiamo scelto questa piazza – continua – è perché c’era precedentemente un’autorizzazione. Ma ci siamo tenuti comunque lontani dal loro gazebo”. Ma è stata proprio l’assenza di una autorizzazione depositata in Questura a dissuadere gli studenti radunati in piazza Università dal procedere in corteo verso la Serit di corso Sicilia, dove da ieri mattina in tre si sono incatenati in segno di pretesta. Intanto dal microfono viene annunciato che per domani è prevista una nuova manifestazione studentesca: stavolta, però, autorizzata.

Studenti medi davanti alla Serit

Qualcuno, passando dai marciapiedi, si è lo stesso diretto verso l’entrata delle Serit. Gli studenti catanesi si dicono solidali con l’azione eclatante messa in atto ieri mattina da Delfo Malpasso, Salvatore Caruso e Paolo D’Amato. Dopo la prima nottata all’addiaccio, i tre sono ancora vestiti in giacca e cravatta. Lo stesso abbigliamento che avevano quando hanno deciso di chiudersi addosso catene e catenacci. Una scelta che vale come un preciso messaggio alla stampa: “Siamo solo dei cittadini – spiega a LiveSicilia Catania D’Amato – per questo ci siamo agghindati così. Non vogliamo che si dica di noi che siamo degli estremisti. Non vogliamo essere etichettati, né come forconi né in altro modo. Non abbiamo nulla contro di loro, anzi. Ma in Sicilia, purtroppo, i forconi non sono ben visti. Si dimentica che tutto questo moto di protesta nazionale è nato grazie a loro”.

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La protesta in corso Sicilia

Anche la decisione di incatenarsi davanti alla Serit ha dietro una motivazione ben precisa: “Questa – riferisce ancora D’Amato – è per noi una società di usurai autorizzata dallo Stato. Non conosco nessuno che non abbia problemi con loro. Ad essere sinceri, forse noi tre ne abbiamo meno di altri. Stando qui seduto – racconta – ho visto molta gente depressa, che sta perdendo tutto. È una cosa straziante”. Quella delle catene è comunque una protesta che non proseguirà a oltranza: “Le toglieremo quando finirà lo sciopero. Se la Polizia non verrà a toglierci le catene di dosso, resteremo qui per almeno altre 24 ore. Intanto – conclude D’Amato – vogliamo lanciare un appello a tutta la provincia: se siamo veramente siciliani, se abbiamo ancora orgoglio, scendiamo per strada”.

Benché sia fissata per domani l’ultima giornata autorizzata del presidio di piazza Università, Franco Crupi, segretario provinciale dei Forconi, fa sapere che la protesta potrebbe proseguire ulteriormente: “Non credo che domani sarà l’ultimo giorno della nostra protesta. Aspetto le decisioni di Ferro che finora non mi ha fatto sapere nulla. La settimana prossima c’è di sicuro che saremo tutti a Roma. Molleremo i presidi – conclude Crupi – soltanto per partire verso la Capitale”.

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12 Dicembre 2013, 16:48

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