19 Febbraio 2019, 18:11
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PALERMO – Confidenze carcerarie ricevute da alcuni imputati e voci raccolte durante le ore di socialità al carcere Pagliarelli di Palermo. I verbali dei neo pentiti Francesco e Andrea Lombardo, boss di Altavilla Milicia, entrano nel processo per l’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà.
Il 29 gennaio scorso il più giovane dei Lombardo, Andrea, è seduto davanti ai pubblici ministeri Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli. Racconta quando “ero detenuto nella cella 24 e Paolo Cocco era alla 22” del penitenziario palermitano. Da Cocco avrebbe ricevuto le delicate confidenze: “… mi ha detto che al pestaggio, proprio materialmente, lo aveva effettuato Tonino Abbate con il Siracusa, il suocero era presente al pestaggio”. Antonio Abbate, Antonino Siragusa (Lombardo pronuncia il cognome con la lettera C, ndr) , Francesco Castronovo e Salvatore Ingrassia (suocero di Cocco, ndr) sono imputati nel processo per l’assassinio del penalista.
Cocco, racconta Lombardo, si disperava. Aveva saputo dell’organizzazione del pestaggio prima che avvenisse, ma non vi avrebbe partecipato. La sera dell’agguato, nel 2010, “dopo l’omicidio mi disse che si era ritrovato a passare insieme al suocero, insieme Siracusa e ad altre persone proprio sul luogo del delitto per notare diversi aspetti, presenza di telecamere… Ingrassia aveva avuto l’autorizzazione a fare non l’omicidio ma un pestaggio che poi sfociò nell’omicidio”.
Francesco Arcuri, stando al racconto appreso da Lombardo, “era a conoscenza, era come il mandante… mi parlò di un bastone, una mazza da baseball”. Radio carcere, invece, raccontava “che l’ordine non era solo di Arcuri ma era coinvolto anche Di Giovanni”. Gregorio Di Giovanni, boss di Porta Nuova, non è imputato perché del suo presunto ruolo ha parlato soltanto il pentito Francesco Chiarello che ha fatto riaprire il caso dopo la prima archiviazione.
Successivamente, così aggiunge il neo pentito, Lombardo seppe da un altro detenuto, “Silvio Mazzucco” (uomo di Porta Nuova e già condannato per estorsione, ndr) della partecipazione “di Tonino Abbate”. Ad un certo punto Cocco gli raccontò di avere sperato nel suocero “che in un certo senso doveva scagionarlo da queste accuse… il suocero doveva fare delle dichiarazioni spontanee che poi non le fece più… mettevano a repentaglio tutti gli altri soggetti che erano coinvolti”.
Lo stesso Cocco “esultò” quando seppe che Antonino Siragusa si era pentito (i pm lo ritengono inattendibile, ndr): “… era contento della collaborazione di Siracusa perché poteva scagionarlo dall’omicidio”. È andata davvero così: Siragusa ha ridimensionato il suo ruolo, ha accusato Abbate e Ingrassia, ma ha escluso responsabilità di Cocco e Francesco Castronovo.
Il 12 febbraio tocca a Francesco Lombardo, il padre di Andrea che si è pentito seguendo l’esempio del figlio, aggiungere notizie sull’omicidio: “Mi trovavo in tribunale con un certo Francesco (doverebbe trattarsi di Francesco Castronovo, ndr) che è coimputato con Arcuri… piangendo mi diceva che lui di questa cosa non ne sapeva niente, ma attribuiva l’omicidio ad Arcuri”.
Poi, ripete la conversazione avuta con compagno di cella, di cui ricorda il nome di battesimo, “Diego”, e il fatto che gestisse “un negozio di abbigliamenti alla stazione Notarbartolo”: “Francesco si consumò”; “Perché?”; “Fu iddu a fare l’omicidio”. Altre confidenze Lombardo senior avrebbe ricevuto in carcere da Abbatte – “ne parlava facendomi capire il suo coinvolgimento” – ma il suo ricordo del boss di Altavilla è vago. I nuovi verbali vanno ad ingrossare il fascicolo di un processo complicato, dove racconti e testimonianze si intrecciano e,a volte, si sovrappongono.
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19 Febbraio 2019, 18:11