Su Micari intesa Pd-centristi vicina |Ma la sinistra stoppa tutto

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22 Agosto 2017, 21:59

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PALERMO – Pd e centristi più vicini all’accordo sul nome del rettore Fabrizio Micari. Ma nel gioco delle tre carte del centrosinistra si mette di mezzo l’ala più a sinistra della coalizione che ribadisce il no a patti con gli alfaniani. E così, il motivo principale dell’intesa sul nome del rettore, cioè il suo portare in dote gli alleati di sinistra di Leoluca Orlando, Si e Articolo 1, è messo in discussione.

La sinistra dice sì a Micari e no ad Alfano

Un via libera sostanziale alla candidatura del rettore dell’università di Palermo, sponsorizzata da Leoluca Orlando, ma in una coalizione che non prevede la presenza della ‘gamba’ alfaniana. E’ la posizione unitaria del tandem composto da Sinistra italiana e dai bersaniani di Articolo 1-Mdp nelle ore in cui il sindaco di Palermo sembra avere trovato la quadratura del cerchio attorno al nome di Micari. Il nodo da sciogliere è sempre quello che riguarda la presenza degli uomini del ministro degli Esteri nella coalizione. Sinistra italiana e Articolo 1, infatti, sono disposti a seguire Orlando nell’avventura Micari ma senza Alternativa popolare, vista come un segnale di continuità con il recente passato targato Crocetta a Palazzo d’Orleans.

Da Enna, dove hanno riunito il loro coordinamento regionale, i bersaniani ribadiscono il loro “interesse” per la “candidatura civica” discussa con Orlando ma a una condizione: “Il progetto sia coerente con l’esigenza di discontinuità e di cambiamento che i siciliani richiedono, evitando – dicono da Articolo 1 – di piegare la Sicilia e le sue emergenze a scambi politici tra il Pd di Renzi e Ap di Alfano”.

Il patto con Ap

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Una stoccata agli ex compagni di partito del Pd che in queste ore proseguono il loro dialogo con Alternativa popolare. “Ma l’accordo non è chiuso”, sottolinea il coordinatore regionale degli alfaniani Giuseppe Castiglione che poi aggiunge: “Nessuna preclusione su una eventuale candidatura civica”. Il confronto è aperto e alfaniani e casiniani hanno dato un via libera di massima a Matteo Renzi sul nome di Micari, o meglio non hanno posto pregiudiziali su quest’ultimo, precisa Castiglione. Ma se questo garantirebbe l’allargamento a sinistra della coalizione. Cosa tutt’altro che scontata, visto il no dei bersaniani (ribadito a taccuini chiusi da una fonte qualificata del partito) e degli altri potenziali alleati.

Ap, infatti, non piace neanche a Sinistra italiana, che però al suo interno fa i conti con un piccolo caso nato dalle dichiarazioni di Erasmo Palazzotto. Davanti alla quasi raggiunta intesa tra dem e alfaniani sul nome di Micari il deputato nazionale si è affrettato a chiudere la porta al partito guidato in Sicilia da Fausto Raciti (“Non ci sono le condizioni politiche per un accordo”) lanciando frecciate a Orlando: “Avevamo confidato in lui per tentare di replicare il ‘modello Palermo’ alla Regione chiedendo discontinuità con Crocetta e con chi l’ha sostenuto – le sue parole -. Sono trascorsi due mesi e ci ritroviamo a discutere del candidato con il Pd che rivendica i risultati del governatore”. Parole giudicate come una fuga in avanti eccessiva dalle parti della segreteria regionale di Sinistra italiana, dove Bianca Guzzetta e Luca Casarini sono preoccupati soprattutto dei rapporti con Orlando e con Articolo 1. I due segretari difendono “il civismo” della proposta avanzata dal sindaco di Palermo che “ha presupposti limpidi”, caratterizzati dal “cambiamento” e soprattutto da un candidato presidente “non organico ai partiti”. Guzzetta e Casarini, però, ammettono che “se dovesse essere confermato il sodalizio tra dem e alfaniani” le strade di Pd e Si si dividerebbero. Inevitabile ormai naturale la convergenza con Articolo 1: anche Si, infatti, sarebbe disposta a seguire Orlando nell’avventura Micari ma senza Alternativa popolare.

In serata dal Partito democratico arrivano segnali di distensione con Articolo 1: “La posizione che emerge dal coordinamento regionale di Mdp- Art.1 è incoraggiante – dice il responsabile organizzativo dei dem in Sicilia Antonio Rubino – e lo consideriamo un segnale importante per il proseguo del lavoro di costruzione del campo largo che stiamo facendo. In questo senso vogliamo rassicurarli: nessuno scambio ma il tentativo di costruire un’alleanza che sia competitiva e in grado di arginare i populismi e sconfiggere la destra”. Dal canto suo, Sicilia Futura rompe gli indugi e spinge a tavoletta sul nome di Micari con D’Agostino (“La scelta di candidare a presidente della Regione il rettore dell’Università di Palermo risulta la migliore per segnare una netta ed indiscutibile discontinuità con l’esperienza amministrativa di Crocetta”): il movimento di Cardinale vede ormai a un passo l’intesa.

Insomma, i pontieri sono all’opera per cercare di portare a casa il “campo largo” ma la partita sembra tutt’altro che chiusa. Perché se i partiti a sinistra del Pd si chiameranno fuori in caso di alleanza con Alfano, il castello costruito da Orlando perderà le fondamenta e potrebbe crollare. Le prossime ore serviranno a capire se la costruzione del Nazareno e del sindaco potrà essere puntellata a sinistra.

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22 Agosto 2017, 21:59

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