21 Agosto 2016, 05:04
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CATANIA – Operatori Polivalenti di Salvataggio in Acqua: ma non sono superuomini vestiti di rosso. Addestratissimi però si, i volontari della Croce Rossa Italiana che affiancano la Guardia Costiera catanese nel pronto intervento in acqua. Alfio Ferrara, responsabile dell’Ufficio Comunicazione C.R.I., ci accompagna attraverso le stanze del comitato di via Etnea, dove fervono i preparativi per una giornata di lavoro. Si tratta infatti di un corso “Oxygen Provider”, organizzato dal network DAN Europe, che abiliterà i soccorritori a somministrare ossigeno puro a diversi tipi di infortunati. “Non solo subacquei embolizzati, ma anche apneisti, bagnanti infortunati, politraumatizzati e vittime di arresto respiratorio”, chiarisce Antonio Galati, istruttore del DAN Europe. Una competenza in più per gli OPSA, che nella multispecializzazione hanno un punto di forza.
”La formazione continua è essenziale nello svolgere i nostri compiti”, spiega l’istruttore Michele Guadagno. Si tratta di padroneggiare tecniche di salvataggio e primo soccorso (Basic Life Support) sulla terraferma e poi in ambiente acquatico, dove molte manovre devono essere del tutto riadattate. Poi si apprendono l’uso degli autorespiratori ad aria e tutta una serie di competenze nautiche: impiego delle cime e dei nodi, uso di autogonfiabili e segnali luminosi. “Siamo il primo nucleo in Sicilia ad abilitarci all’uso d’ossigeno”, ci racconta Guadagno. Nel 2016, prosegue l’istruttore, non ci sono stati interventi di ampio rilievo (e certo, si spera che non ve ne siano), ma molti infortunati hanno ricevuto soccorso sia in mare che sulle imbarcazioni. Un ruolo importante per la sicurezza è stato svolto durante manifestazioni come l’ultima “San Silvestro a Mare” e la tre giorni dedicata a Telethon ai primi di Maggio.
Ma, oltre agli OPSA –che sotto questa sigla operano a partire dal 1993-, la Croce Rossa catanese ha un ampio retaggio di volontariato specializzato, ci spiega Alfio Ferrara: “Aiutiamo i migranti a ricongiungersi alle famiglie, nello spirito di tutela della persona umana che l’organizzazione persegue da oltre centocinquant’anni. Nel ‘Safe Point’ presente alla stazione indirizziamo verso le appropriate strutture pubbliche quei migranti in attesa di riconoscimento dello status di rifugiato, o coloro che hanno fatto ricorso dopo il respingimento. E’ doveroso aiutare questi ‘fantasmi’ ad inserirsi nella società”. Quanto al primo soccorso, non può che far riflettere un dato fornitoci dall’Ufficio Comunicazione della C.R.I. : “Negli ultimi anni abbiamo investito molta energia nell’insegnare alla popolazione le manovre di disostruzione: statistiche del 2015 sulla mortalità infantile riferiscono un 17% di casi dovuti ad ostruzioni (rimovibili) delle vie respiratorie”.
Non solo l’azione di un’ élite volontaria, ma anche semplici accorgimenti adottabili da chiunque (https://www.youtube.com/watch?v=1AY34yKQNIc) possono quindi migliorare le vite di tutti. Al termine della giornata di corso –dieci ore intense- la soddisfazione di istruttori e allievi è notevole. “I volontari sono stati istruiti non solo sulle modalità di somministrazione dell’ossigeno, ma anche su tutte le procedure necessarie a trasportare e gestire bombole e attrezzature correlate”, illustra Antonio Galati. Si tratta infatti di un gas altamente infiammabile, il cui impiego richiede attenzione estrema. “Il DAN Europe ha offerto tali corsi a tutto il personale della Croce Rossa, oltre che agli operatori di oggi, peraltro riattivando un protocollo già esistente ma finora trascurato”, prosegue Galati: “Questo perché la catena del soccorso possa essere sempre più completa”. Un’operazione notevole, ci si augura, sul piano della cultura pratica e della sicurezza troppo spesso sottovalutata.
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21 Agosto 2016, 05:04