Summit di mafia| con Matteo Messina Denaro

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02 Luglio 2012, 20:37

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Matteo Messina Denaro avrebbe partecipato ad un recente summit di mafia. Un incontro organizzato con Leo Sutera non lontano dalla sua Castelvetrano. Ne sono convinti gli investigatori che danno la caccia al padrino trapanese.

Il retroscena fa parte dell’indagine che ha spaccato la procura di Palermo. La settimana scorsa Sutera è finito in manette assieme ad altre 46 persone mandando all’aria, dicono i carabinieri del Ros, una pista investigativa che avrebbe potuto condurre al capomafia trapanese. La prova della presenza in terra siciliana di Messina Denaro sarebbe contenuta in un’intercettazione ambientale. Sutera, indicato come il nuovo numero uno della Cosa nostra agrigentina, discuteva di affari con un personaggio non ancora identificato. In un passaggio della conversazione registrata nei pressi di una masseria nell’Agrigentino, e ascoltata in prima persona dal procuratore Francesco Messineo, Sutera avrebbe fatto intendere al suo interlocutore di avere da poco incontrato il capomafia. Non citava mai chiaramente il capomafia, ma gli investigatori hanno pochissimi dubbi che abbia avuto un faccia a faccia con Messina Denaro. L’audio è molto disturbato. L’intercettazione è avvenuta in un contesto ambientale molto difficile grazie ad una delle tante microspie piazzate per seguire gli spostamenti di Sutera.

Le cimici ora sono state spente dagli uomini del Ros che considerano la pista Sutera ormai bruciata. Da qui i malumori in Procura, manifestati in tutta evidenza in una lettera che l’aggiunto Maria Teresa Principato (coordina le indagini su Trapani assieme a Marzia Sabella e Paolo Guido) ha spedito la scorsa settimana ai colleghi della Direzione distrettuale antimafia per criticare la scelta del procuratore Francesco Messineo di dare il via libera al blitz. Scelta di cui si è intestato la piena paternità l’aggiunto Vittorio Teresi che coordina le indagini sulla mafia agrigentina. “Il blitz non era più procrastinabile – ha detto Teresi ne giorni scorsi – perché a carico dei fermati c’era un pericolo di fuga attuale e per i gravi indizi criminosi che derivavano dal piano di creazione di un nuovo mandamento mafioso. Io – ha concluso – ho sottoposto con forza la richiesta al procuratore dopo avere fatto un bilanciamento di interessi ed avere ritenuto che gli elementi fornitici dagli investigatori fino a lunedì non erano convincenti circa la concreta possibilità di sviluppi imminenti legati alla cattura di Messina Denaro”.

Leo Sutera, come raccontato da Live Sicilia, sarebbe stato incaricato di cercare un referente palermitano per Matteo Messina Denaro. Un personaggio con cui il capomafia trapanese voleva discutere dei nuovi assetti di Cosa nostra e, soprattutto, che prendesse a cuore le sorti dei detenuti corleonesi e dei loro parenti. Un referente unico per limitare i contatti ed evitare il rischio di essere intercettato. E i contatti portano ai mandamenti di Pagliarelli e Porta Nuova.

 

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02 Luglio 2012, 20:37

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