21 Febbraio 2022, 11:39
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Ennesime nuove regole sul superbonus. Nei giorni scorsi il governo ha approvato un decreto con le “misure urgenti per il contrasto alle frodi in materia edilizia” per correggere la stretta sui crediti ceduti che era stata decisa con il decreto sostegni ter.
Secondo le nuove disposizioni sarà possibile cedere il credito per tre volte anche se le cessioni potranno essere effettuate solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari. Inoltre sono vietate cessioni parziali successive alla prima comunicazione dell’opzione all’Agenzia delle entrate. Viene inoltre introdotto un codice identificativo univoco del credito ceduto per consentire la tracciabilità delle cessioni. Infine sono previste multe e carcere per chi truffa.
Cambiano quindi nuovamente le regole per usufruire dei bonus edilizi, compreso quello al 110%. Se il provvedimento anti-frodi avevano reso più difficile la cessione dei crediti, ora il nuovo intervento allontana il rischio di blocco dei cantieri correggendo la stretta che di fatto aveva strozzato il mercato dei crediti ceduti.
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Il nuovo provvedimento interviene dopo che una prima stretta anti-covid aveva creato incertezza e spinto le banche piccole, ma anche Poste e Cassa depositi e prestiti, a bloccare temporaneamente le nuove acquisizioni in attesa di un chiarimento. L’obiettivo del governo resta uno solo: portare, nella giungla dei bonus edilizi, regole e controlli che evitino lle truffe milionarie ai danni delle casse statali registrate fino a oggi.
In base alle nuove norme la circolazione dei crediti può riprendere, ma dopo la cessione del primo richiedente, sono consentite soltanto “due ulteriori cessioni” solo se effettuate “a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo”. Per tracciare le cessioni inoltre “al credito è attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni”. Le disposizioni si applicano alle cessioni inviate all’Agenzia delle entrate dal primo maggio 2022.
Per scoraggiare chi tenta di farsi rimborsare spese fittizie o gonfiate, arrivano multe e anche il carcere per il “tecnico abilitato” che, nelle asseverazioni necessarie per ottenere i bonus edilizi, “espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione”, oppure “attesta falsamente la congruità delle spese”. La reclusione va da due a cinque anni e la multa da 50.000 a 100.000 euro. Pena aumentata “se il fatto è commesso per conseguire un ingiusto profitto per sé o per altri”.
Introdotta anche una norma a tutela dei lavoratori: i bonus saranno concessi solo a chi applica contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni più rappresentative. Una misura che garantisce formazione e maggiore sicurezza per chi lavora nei cantieri.
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21 Febbraio 2022, 11:39