18 Ottobre 2019, 07:26
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PALERMO – Il mafioso si era dato al commercio. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, ha sequestrato i beni di Luigi Salerno, 72 anni, storico esponente della famiglia mafiosa di Palermo-Centro.
È stato condannato la prima volta nel 1999 e l’ultima nel 2007, ma oggi è di nuovo sotto processo per estorsione. Già a metà degli anni Novanta il pentito Salvatore Cucuzza lo aveva indicato come il capo della famiglia mafiosa.
Sulla base delle indagini dei finanzieri del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della finanza di Palermo, nel 2010, a Salerno erano già stati sequestrati beni per 10 milioni. Nel 2018 il terzo arresto del suo curriculum criminale, stavolta estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dei titolari di una storica attività commerciale palermitana di abbigliamento all’ingrosso e al dettaglio.
Da ulteriori indagini patrimoniali è scaturito il provvedimento di oggi. Sotto sequestro finiscono una tabaccheria nel quartiere Zen, una focacceria in via Maqueda, e cinque immobili fra Brancaccio e il Capo, formalmente intestati a prestanome. Il tutto per un valore stimato in un milione mezzo di euro. Secondo l’accusa, si tratta di un patrimonio frutto di guadagni illeciti e non dei risparmi di una vita.
“Continua l’azione che la guardia di finanza palermitana svolge nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita – spiega il colonnello Gianlcuca Angelini – con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza”.
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18 Ottobre 2019, 07:26