20 Dicembre 2012, 10:29
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PALERMO – Quest’anno il Natale non sarà una giornata di festa per i quattro dipendenti della Società Siciliana della Storia Patria. Il 30 novembre di quest’anno, infatti, hanno ricevuto una lettera di licenziamento dopo più di vent’anni di onorato servizio. “La lettera è arrivata perché la società è in sofferenza finanziaria, a quanto si dice” affermano gli impiegati della società che non hanno voluto specificare i propri nomi.
La società della Storia Patria riceve i contributi dalla Regione Siciliana in quanto rientra nella famigerata Tabella H. “Noi riceviamo un contributo dalla Regione – continuano gli impiegati – contributo inserito nella Tabella H. Ma pare che Crocetta voglia ricontrollare questa tabella. Più che Crocetta dovrebbe occuparsene Zichichi che però è impegnato a costruire centrali nucleari”.
La società della Storia Patria, istituzione fondata nel 1873, contiene al suo interno anche il museo del risorgimento e una biblioteca con circa 101mila volumi, sia antichi che moderni. “Noi sopravviviamo con un contributo dell’assessorato regionale ai beni culturali. Quest’anno il contributo per il 2012 non è ancora arrivato. Nella nostra situazione ci sono anche altre istituzioni come il Museo delle Marionette, la Fondazione Buttitta e l’istituto Gramsci, ma nessuno dei loro dipendenti verrà licenziato. Noi chiediamo che ci venga liquidato il contributo del 2012 con qualche certezza in più sul nostro futuro”.
La società infatti ancora attende le erogazioni economiche del 2012 e per il 2013 è stato annunciato un taglio dei fondi istituzionali che rappresentano il 70% delle entrate della società. Gli impiegati tengono dunque a sottolineare l’importanza storica e culturale del museo come riferimento per chiunque voglia conoscere, attraverso opere d’arte e manufatti, lo sbarco dei MIlle in Sicilia e la storia dell’Unità d’Italia: “Abbiamo competenza, professionalità e il museo va benissimo. Perchè licenziarci anzichè trovare una soluzione che includa anche noi?”.
Gli impiegati, infine, si chiedono che fine farà la società dopo il loro licenziamento e, soprattutto, da chi verrà gestita e con quali fondi: “Con quali soldi verranno pagati i nuovi dipendenti? La Regione o chi per loro riveda questa situazione”.
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20 Dicembre 2012, 10:29