24 Aprile 2015, 17:14
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PALERMO – Il braccio di ferro sui tagli al numero e ai compensi degli amministratori locali prosegue. Il disegno di legge collegato alla finanziaria, primo firmatario Anthony Barbagallo del Pd, in commissione Affari istituzionali si è scontrato con le barricate erette da diversi deputati (tra i quali Sudano, Sammartino e Laccoto), peraltro tutti del Pd, che hanno presentato una valanga di emendamenti, costringendo il presidente Antonello Cracolici a sospendere la discussione. Ma la presidenza dell’Ars, che si è intestata la battaglia per riallineare la Sicilia al resto d’Italia, è già corsa ai ripari, stabilendo che anche qualora la commissione non arriverà a esitare la norma, questa approderà comunque in Aula insieme alla Finanziaria (la seduta si terrà lunedì a partire dalle 10) per essere discussa entro il 30 aprile.
Avanti tutta, insomma, ma tra molte resistenze. Nell’Isola ci sono circa 1.500 assessori e consiglieri comunali in più rispetto ai parametri statali. L’aggravio di spesa per le casse della Regione si avvicina ai 50 milioni. La norma proposta da Barbagallo e sostenuta dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone prevederebbe l’adeguamento della Sicilia ai livelli vigenti nel resto d’Italia, sia per numero di assessori e consiglieri sia per i loro compensi, una soluzione che avrebbe anche il placet dell’Anci, l’associazione dei comuni. Restano però le resistenze dell’Ars, per questa come per altre misure di rigore. Come raccontava oggi Repubblica, infatti, in commissione Bilancio si è registrato un fronte bipartisan anche contro le norme con cui l’assessore Baccei si propone di modificare il regime delle pensioni dei regionali.
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24 Aprile 2015, 17:14