Sì ai tagli ai Consigli comunali | “Saltano” duemila amministratori

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23 Giugno 2015, 20:38

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PALERMO – Approvati a Sala d’Ercole gli articoli del disegno di legge sui tagli alla composizione e alle indennità dei Consigli comunali. Si attende, quindi, solo il voto finale.

“Con questa legge – ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars – mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d’Italia: la ‘specialità’ adesso è ‘normalità’, non è più un privilegio. Voto in maniera convinta questa legge – ha proseguito – che è arrivata in Aula dopo essere stata approvata ad unanimità in commissione: non è la legge che avrei voluto in tutto e per tutto, abbiamo accettato compromessi ragionevoli, alla fine siamo di fronte ad un testo completo e coerente. Voglio solo ricordare – ha aggiunto Cracolici – che questa legge segue l’approvazione di norme da parte di quest’aula che adeguano le indennità dei parlamentari regionali ai consiglieri regionali del resto del Paese. Stiamo portando avanti un percorso coerente di tagli alla spesa e razionalizzazione degli enti locali e di governo: oggi abbiamo messo un altro tassello alla ‘modernizzazione’ della Sicilia”.

Cracolici ha poi ricordato alcuni ‘numeri’ di questa riforma: “si tagliano circa 1.300 consiglieri comunali in Sicilia sui circa 6.200 attuali; si tagliano 500 assessori fra piccoli e grandi comuni; si riducono 102 consiglieri di Circoscrizione a Palermo Catania e Messina, si cancellano i consigli di Circoscrizione che, se pur a titolo gratuito, sarebbero potuti essere costituiti negli altri comuni siciliani: è una riforma seria e importante – ha concluso – bastano queste cifre per capire che le critiche a questa legge sono stucchevoli e strumentali”.

“Una riforma importante – dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all’Ars – che fa risparmiare le casse pubbliche, allinea la Sicilia al resto del Paese e rende più moderna la vita democratica degli enti locali. Il Partito Democratico ha dato un contributo importante – aggiunge Gucciardi – riuscendo, insieme con la maggioranza, ad approvare una testo coerente con l’impostazione iniziale, rispettando comunque la volontà dell’Aula che in ogni caso resta sovrana. È stato un lavoro complesso portato avanti fra più di una difficoltà tecnica e politica: preferisco guardare i tanti aspetti positivi di questa riforma, sapendo che si tratta di una materia complessa sulla quale è difficile raggiungere unanimità. Ma ogni legge deve essere valutata anche in relazione al contesto generale: oggi abbiamo raggiunto un risultato importante”.

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“Stiamo portando a casa – afferma il capogruppo dell’Udc all’Ars Mimmo Turano – una riforma importante che non comporta solo risparmi e regole chiare ma costituisce anche un segnale forte della politica ai cittadini. Non è una legge contro gli amministratori locali – spiega Turano – al contrario credo che questo provvedimento aiuterà tutti a presentarci davanti ai cittadini con maggiore serenità, coscienti sì dei sacrifici ma anche di aver arginato prassi e comportamenti non più tollerabili nella sfera pubblica”.

“Un passo importante in direzione di un vero decentramento amministrativo che ampli la partecipazione delle Circoscrizioni sulle scelte che riguardano l’intera città e renda il cittadino più vicino al Palazzo”. E’ il commento soddisfatto di Anthony Barbagallo al voto positivo dell’aula che di fatto inserisce, nella nuova legge sugli Enti Locali in discussione all’Ars, l’emendamento  che  prevede il passaggio delle deleghe e funzioni alle circoscrizioni. “Pensiamo ad una pubblica amministrazione vicina alla gente, – continua Barbagallo –  attuando una decentralizzazione che si attua in ossequio ai principi costituzionali del decentramento amministrativo, della trasparenza e della funzionalità”.

Critica, invece, l’opposizione: “Votiamo ‘sì’ – si legge in una nota del Movimento cinque stelle -, ma col naso turato. Si poteva fare tantissimo, ma ci si è accontentati del minimo, con l’aggiunta della sconcezza di rinviare l’applicazione anche delle norme economiche ai rinnovi dei consigli comunali. Questa non è certo la legge che avremmo scritto noi, ma la votiamo in attesa della norma che approveremo quando governeremo, quando saremo noi la maggioranza dentro quest’aula. E a forza di autogol come questo del Pd, lo saremo molto presto”. Il Movimento 5 Stelle all’Ars ha detto “sì” alla legge sui consigli comunali, ma con tantissime riserve che lasciano parecchio amaro in bocca “per quello che poteva essere e non è stato”. “Si poteva – dicono i deputati M5S – applicare da subito la legge, ed invece per tante parti viene rinviata ai rinnovi dei prossimi consigli, si poteva abolire le commissioni sotto i 10 mila abitanti e non si è fatto. Non si è riusciti nemmeno ad abolire la vergogna del voto in doppia giornata, grazie al capolavoro della Sudano, che ha rivelato tutte le contraddizioni all’interno di un Pd, ormai letteralmente senza bussola, un partito che ormai è un’accozzaglia di anime diverse in aperta guerra tra loro, che non potranno che portare la Sicilia alla rovina”.

“L’ars sui comuni – ha detto il deputato di Forza Italia Giuseppe Milazzo – approva una norma pastrocchio: in alcuni comuni aumenta gli assessori, rinvia il taglio su indennità e decide di nn approvare la riduzione da 2 ad 1 giorno per le elezioni amministrative che avrebbe portato un risparmio concreto”.

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23 Giugno 2015, 20:38

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