16 Aprile 2013, 20:13
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CATANIA -Nessuno sconto sui tagli alla cultura. Dura presa di posizione della Cgil contro il governo regionale. Un settore, quello della cultura, che potrebbe essere, soprattutto nel Meridione, vero e proprio volano di sviluppo e occupazione e che invece viene massacrato da “tagli indiscriminati”. E gli esempi, a Catania, non mancano. Un caso su tutti: il Teatro Massimo Bellini, che si è visto ridurre del 50% i finanziamenti nel giro degli ultimi quattro anni. Analoga la situazione del Teatro Stabile, colpito da una riduzione del 40% dei finanziamenti nello stesso arco di tempo. Scelte “infelici” figlie di politiche miopi. E i dati, snocciolati dai vari sindacalisti, lo confermano. Esemplare il caso de “L’Opera di Lione”, che per ogni euro di sovvenzione pubblica ottiene una ricaduta positiva di circa tre euro. “L’undici per cento del Pil italiano lo produce il settore del turismo- dice il segretario confederale, Giovanni Pistorio – che è strettamente collegato alla cultura”. Eppure, il nostro Paese rimane fanalino di coda in Europa per gli investimenti in campo culturale. Un dato ancora più modesto nelle regioni del sud, Sicilia in testa. Pistorio propone di convocare, a Catania, gli Stati Generali della Cultura per permettere ai vari soggetti di confrontarsi e trovare soluzioni condivise.
A pesare, però, è soprattutto l’atteggiamento delle istituzioni a vari livelli. “Noi sfidiamo le istituzioni, il governo comunale, provinciale e soprattutto regionale sul terreno del fare”. “Se non si metterà la cultura al centro dello sviluppo del nostro territorio regionale – prosegue il segretario generale- noi ci contrapporremo a chiunque. Se non troveremo risposte, alla sfida seguirà la contrapposizione”. Angelo Villari non risparmia critiche al governo regionale neanche sul caso dei parchi archeologici. “Il provvedimento messo a punto dalla Regione va rivisto perché prevede la chiusura dei parchi archeologici catanesi (greco-romano, il parco delle Aci, del Calatino e del Simeto)”. Giacomo Rota, segretario confederale della Cgil, pone l’accento su un altro caso: le Biblioteche Riunite Civiche e Ursino Recupero “che rischiano di chiudere per mancanza di fondi perché Provincia e Regione hanno deciso di effettuare tagli”.
“E’ impensabile – prosegue Rota- che una città come la nostra assista alla chiusura di istituzioni culturali di così altro profilo, noi le vogliamo rilanciare”. Un altro caso riguarda l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” colpito dai tagli ai finanziamenti e ulteriormente depotenziato dall’abolizione delle provincie. Infatti, l’Istituto è finanziato “esclusivamente finanziato dagli enti locali (2/3 dal Comune e 1/3 dalla Provincia). La soluzione, paventata sia da Antonella Di Stefano (Flc Cgil) e da Antonio Torrisi, rappresentante del Bellini, è “la statizzazione”, un processo lungo che potrebbe essere preceduto da una forma di “regionalizzazione”. Davide Foti, della Slc Cgil, ricorda che i teatri catanesi sono doppiamente penalizzati, oltre che dai tagli, dal fatto che i lavoratori non percepiscono stipendio da diverse mensilità (due il Bellini, tre lo Stabile).
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16 Aprile 2013, 20:13