16 Novembre 2024, 07:52
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CATANIA – Ragionevoli ma irremovibili. Sui tagli all’assistenza disabili, monta la protesta delle associazioni. Che si occupano di persone con disabilità contro la decisione dell’amministrazione comunale di ridurre del 15% le ore dell’assistente alla comunicazione per gli alunni disabili. A far discutere non solo la riduzione dell’assistenza, sono ancora le parole del primo cittadino pronunciate in consiglio comunale.
“Quello del sindaco è un approccio sbagliato”. A sostenerlo sono Maria Teresa Tripodi, Enrico Orsolini e Federico Lupo, rappresentanti rispettivamente delle associazioni Il sorriso di Riccardo, Autismo oltre Onlus e Un futuro per l’autismo.
Preoccupati per le conseguenze dei tagli per gli studenti e le loro famiglie, e per una decisione presa senza il confronto con chi si occupa di disabilità, al contrario di quanto affermato dal primo cittadino.
“Il sindaco non ha incontrato nessuno di noi – dicono – né come Comune né come Città metropolitana. Siamo tutti molto risentiti per quanto sta accadendo e preoccupati per quanto accadrà”.
La popolazione studentesca raggiunta dai tagli è di circa 800 alunni, 800 famiglie che rischiano di trovarsi in estrema difficoltà. Il sindaco ha spiegato che “il sistema così com’è adesso non funziona e non permetterà mai l’integrazione dei nostri minorenni con disabilità in un contesto in cui possano trovare nel compagno di banco, l’amico con cui stare”.
Ma per le associazioni le cose starebbero diversamente. “C’è una corrente di pedagogisti che sostiene quanto afferma Trantino – sottolinea Tripodi – ma in realtà è il contrario, soprattutto nelle situazioni più complesse: questi bambini hanno difficoltà a comunicare, a esprimersi. Molti di loro sono non verbali e il ruolo dell’assistente alla comunicazione è fare da facilitatore, da aiuto all’alunno disabile nel mettersi in relazione con il resto della classe.
La preparazione degli insegnanti di sostegno è ampia ma aspecifica – prosegue – e ci sono situazioni difficilmente gestibili senza un certo tipo di competenze. La grande differenza che fa la figura Asacom è la continuità: io ho diversi ragazzini seguiti dalla stessa persona sin dalla materna fino alle superiori”.
Il sindaco, però, non avrebbe tutti i torti relativamente alle ore assegnate. Il nodo del sistema catanese starebbe nel fatto che, nel tempo, dato l’esiguo numero di professionalità a supporto degli studenti disabili, si sarebbe fatto ricorso agli Asacom anche in casi non specificatamente previsti dal regolamento comunale, che prevede l’assistenza solo per i casi gravi.
“Il regolamento di Catania prevede l’Asacom per gli articolo 3 comma 3 (i casi gravi n.d.a.), ma sono erogati servizi anche per gli articolo 3 comma 1- spiega Orsolini. Nel corso di questi ultimi anni, a causa delle difficoltà del reperimento di risorse umane nel mondo della scuola, soprattutto per le continuità, i dirigenti scolastici, le famiglie e gli addetti ai lavori hanno percepito l’utilità del servizio Asacom, in quanto a professionalità, a capacità e a continuità nel tempo.
Questo ha portato, probabilmente, a un sovrautilizzo delle risorse. Il Comune, di fatto, ha subito – e da questo punto di vista ha ragione il sindaco – e subisce una sovra richiesta da parte delle scuole, non avendo abbastanza assistenti da partecipare alle riunioni in cui si determinano le risorse necessarie”.
Non per questo, chi usufruisce del servizio non ne ha bisogno. “La paura che condividiamo – aggiunge Lupo – è che sia diventata una questione di principio su cui non tornare indietro e per la quale pagheranno in maniera indiscriminata tutti, senza distinzione alcuna”.
Resta la questione dei tagli all’assistenza disabili, il mancato coinvolgimento delle associazioni e una soluzione da trovare, soprattutto per evitare una pioggia di ricorsi.
“Il sindaco Trantino può avere ragione rispetto al numero delle ore che deve essere distribuito – continua Orsolini – ma ha fatto un danno a chi ha bisogno. Il taglio è orizzontale, senza che vi sia la valutazione del caso, senza alcuna considerazione per le esigenze individuali stabilite nel Piano educativo individualizzato (PEI). La decisione unilaterale e senza confronto ha mancato di rispetto a tutti coloro che stanno attorno a un soggetto con disabilità”.
Una pioggia di ricorsi. È quanto prospettano le associazioni se l’amministrazione non ritirerà la delibera. “Il servizio è inderogabile, lo a detto con chiarezza la presidente Miraglia – sostiene ancora Orsolini: il rischio è di spostare le somme dall’erogazione del servizio al capitolo “Spese legali”. Io ho già sul tavolo almeno 12 ricorsi contro il Comune e 18 contro la Città metropolitana, e ne arriveranno altri”.
Chiedono l’immediata revoca in autotutela della delibera relativa alla riduzione delle ore e l’apertura di un tavolo di confronto “per l’accertamento del dichiarato surplus e dei rimedi per la risoluzione del problema – dicono. Noi procederemo per le vie legali, come da nostro costume”.
E dopo il dibattito infuocato in consiglio, la vicenda è tutt’altro che chiusa.
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16 Novembre 2024, 07:52