18 Novembre 2014, 16:19
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PALERMO– Quattrocento posti letto da tagliare, 250 pubblici e 150 nella sanità privata, con otto ospedali che saranno svuotati di tutti i reparti e saranno trasformati in “ospedali di comunità”: si tratta dei nosocomi di Ribera, Giarre, Mazzarino, Noto, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Salemi e Scicli. E’ quanto ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, in commissione Sanità all’Ars dove è stata ascoltata sulla rimodulazione della rete ospedaliera, oggetto di trattativa col ministero della Sanità L’assessore ha difeso il piano, alla fine la commissione, che deve esprimere un parere sul piano, ha aggiornato i lavori a domattina. Diversi deputati hanno criticato il documento, difendendo i piccoli ospedali di frontiera che rischiano di perdere circa 250 posti letto ed essere accorpati in rete. L’ipotesi, al vaglio della commissione, è quella di far valere un pronunciamento del Consiglio di Stato che potrebbe dare alla Regione un ulteriore anno di tempo prima di definire il nuovo piano.
La commissione Sanità dell’Ars nel corso della seduta di oggi ha accolto ad unanimità – con il parere favorevole del governo – la proposta del presidente Pippo Digiacomo che, nell’ambito del parere da rendere rispetto al Piano di riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera, prevede che fin da ora si definisca una griglia di valutazione di tutte le unità operative complesse e semplici del sistema sanitario siciliano.
“Per la definizione del nuovo Piano ospedaliero – dice Digiacomo – è necessario procedere ad una valutazione delle nostre strutture, e solo alla luce di questa deciderne il futuro. In pratica, nessun ospedale oggi è ‘predestinato’ ad essere convertito o ridimensionato. Questa indicazione è stata accolta dalla commissione e dal governo: un segnale deciso, dunque, di trasparenza e rassicurazione per i territori, oltre che per le strutture e il personale”.
In base alla decisione assunta dalla commissione Sanità, dunque, anche i nove ‘ospedali per acuti’ destinati ad essere riconvertiti nel 2017 in ‘ospedali di comunità’ (dei quali oggi si è data notizia su organi di stampa) saranno valutati alla stregua di tutte le altre unità operative della Sicilia, sia pubbliche che private.
“Oltretutto – conclude Digiacomo – alla data del 2017 potranno cambiare le condizioni, recuperando fondi che oggi vengono utilizzati per coprire la ‘mobilità passiva’ (i cosiddetti ‘viaggi della speranza’) per destinarli ad una riduzione dei tagli ai posti letto”.
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18 Novembre 2014, 16:19