31 Maggio 2012, 20:59
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Ai più quegli alberi tagliati nel castello di Maredolce era sembrata un’offesa alla storia della città. E l’imputato si era pure beccato una condanna a quattro mesi. Ora è arrivata l’assoluzione decisa dalla corte d’appello di Palermo.
Il proprietario del terreno, Giovanni Costantino, è stato scagionato con la formula perché il fatto non sussiste. L’agrumeto fu davvero tagliato, ma non c’era alcun vincolo della Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali che impedisse di farlo. Lo ha sostenuto l’avvocato della difesa, Angelo Formuso, e i giudici gli hanno dato ragione.
Quel che era rimasto dell’agrumeto storico nel gioiello dell’architettura arabo normanna era pure finito sotto sequestro per evitare che il presunto scempio si completasse. Gli agenti del Nucleo tutela patrimonio artistico della polizia municipale nel 2007 apposero i sigilli all’area di circa 12 mila metri quadrati che sorge su via Giafar. Dalle indagini è emerso che il vincolo vigeva solo sulle mura e sulle antiche condutture in terracotta. Insomma, non c’era bisogno di alcuni autorizzazione per tagliare le piante.
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31 Maggio 2012, 20:59