Tamponi e medici di famiglia, pronto a giorni l'accordo regionale

Tamponi e medici di famiglia, pronto a giorni l’accordo regionale

Foto d'archivio
Le anticipazioni sul piano che vedrà medici di base e pediatri siciliani impegnati nell'esecuzione dei test rapidi

PALERMO – Ancora qualche ritocco e presto anche i medici di medicina generale siciliani inizieranno a effettuare i tamponi rapidi. Questo l’impegno preso in una riunione fra l’assessorato regionale alla Salute, la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), l’Intesa sindacale Cisl medici – Fp Cgil medici – Simet – Sumai e le sigle dei pediatri. Si tratta dei sindacati firmatari dell’accordo nazionale recepito dalla conferenza Stato-Regioni il 29 ottobre, che il ministro Roberto Speranza ha definito “un pezzo fondamentale” della strategia di contrasto al Covid. A quanto apprende Live Sicilia la declinazione regionale dell’accordo dovrebbe essere “pronta in tre giorni al massimo”. Una volta a regime il progetto dovrebbe portare la Sicilia a quota 170 mila tamponi effettuati nei prossimi due mesi, così da alleggerire il carico di lavoro a cui è sottoposta la sanità dell’Isola in questi giorni di fuoco.

Chi verrà sottoposto ai tamponi

I medici di famiglia faranno il tampone rapido antigenico solo ad alcune specifiche categorie di pazienti e solo dopo dieci giorni di isolamento. Fra questi innanzitutto c’è chi risulta asintomatico ma ha avuto un ‘contatto stretto’ con un infetto, cioè una permanenza ravvicinata per più di un quarto d’ora senza mascherina oppure in un ambiente chiuso per almeno un’ora anche indossando il dispositivo.

Un’altra via, pensata per agevolare le Asp, darebbe loro la facoltà di inviare a ciascun medico delle liste ben precise di pazienti legati all’emergenza Covid individuati fra i suoi assistiti. Una strada da percorrere qualora le richieste di tamponi fossero molto numerose e risultasse difficile evaderle in tempi brevi.

La terza categoria di destinatari del piano sarebbe quella dei ‘casi sospetti di contatto’: ormai il primo approccio di medici di base e pediatri consiste nel triage telefonico, ma può succedere che una volta in studio, a tu per tu col paziente, sovvenga il sospetto di un suo contatto con un positivo. In ogni caso le tre vie d’azione evidenziano come l’utenza del progetto sia diversa da quella dei punti di screening di massa, come la Fiera del Mediterraneo di Palermo.

Chi effettuerà i test

Il progetto coinvolge pediatri, medici di famiglia, di guardia medica, di emergenza territoriale e contrattualizzati a quota oraria. Nel corso della riunione sarebbe emerso che nonostante una certa obbligatorietà generale per le categorie sarebbero comunque salvaguardati i medici più anziani, così come quelli con patologie incompatibili con l’esecuzione del tampone rapido.

Dove verranno effettuati

Non solo negli studi medici: le linee guida regionali contemplerebbero anche la possibilità di fare i test in strutture messe a disposizione dalle Asp. Qualora questi luoghi non fossero direttamente nella disponibilità delle aziende sanitarie provinciali, si provvederebbe a stipulare eventuali accordi di ‘sussidiarietà’ con gli enti locali per individuarli e occuparli a tempo determinato.

Gli altri risvolti dell’accordo

La riunione ha reso possibile sciogliere un altro nodo, quello legato alla strumentazione per la diagnostica negli studi. È stata infatti individuata la strumentazione con cui si andrebbe ad arricchire la dotazione dei medici di medicina generale, con un investimento da circa 236 milioni stanziato nel 2019 ma ancora fermo. I macchinari individuati da Regione e sindacati sarebbero diversi: ecografi da usare direttamente a casa del malato, elettrocardiografi, holter e palmari per la telemedicina che potrebbero tornare utili anche con pazienti Covid, dato che sono in grado di monitorare cinque parametri vitali e avvisare il medico in caso di peggioramento.

Un altro spunto da valutare proviene dal segretario regionale della Fimmg, Luigi Galvano, e riguarda i futuri medici di medicina generale: Galvano chiede che i corsisti del primo anno di formazione specifica vengano assegnati in prima battuta ai servizi di igiene pubblica, così da aumentare la ‘potenza di fuoco’ del sistema sanitario siciliano. Ai corsisti menzionati dal segretario Fimmg spettano 24 ore di lavoro settimanali, che potrebbero costituire un aiuto fondamentale.

La precisazione della Fp Cgil

“Pur essendo parte dell’Intesa sindacale che ha partecipato al tavolo all’assessorato, precisiamo di non aver firmato nessun accordo nazionale o regionale. Ci dissociamo quindi dalla sottoscrizione di qualsiasi accordo di cui si apprende sulla stampa, a qualsiasi livello. Una rettifica doverosa in quanto la nostra posizione in merito è da sempre critica”. Lo affermano dopo il nostro articolo il segretario generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo, e il responsabile regionale dei medici del sindacato, Domenico Mirabile.


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