05 Dicembre 2019, 09:31
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PALERMO – È la tangentopoli del Comune di Casteldaccia, in provincia di Palermo. Alcuni imprenditori avrebbero ottenuto commesse nei servizi sociali e nella raccolta dei rifiuti. In cambio politici e funzionari avrebbero incassato tangenti sotto forma di assunzioni per parenti e amici in cooperative e aziende.
I carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati dalla procura di Termini Imerese, su ordine del giudice per le indagini preliminari, hanno arrestato il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, il suo vice Giuseppe Montesanto, l’assessore alla Pubblica istruzione Maria Tomasello, la funzionaria Rosalba Buglino e il geometra Salvatore Merlino. Sì trovano tutti si domiciliari.
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Tutti, a vario titolo, devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico, abuso d’ufficio. Un capitolo dell’indagine riguarda due concessioni edilizie rilasciate in sanatoria dal Comune. Una concessione sarebbe stata “spinta”, mentre un’altra non poteva essere concessa. Casteldeccia è un territorio segnato dal dolore. Nel novembre dell’anno scorso l’esondazione del fiume Milicia uccideva nove persone in una villetta costruita in una zona di inedificabilità. I componenti di due famiglie riunite per il ponte festivo di Ognissanti, tra cui due bambini, persero la vita travolte dal fango. Quattro i sopravvissuti. Sull’immobile pendeva un provvedimento di demolizione dopo l’alluvione del 2009, ma nessuno lo eseguì. L’inchiesta del procuratore Ambrogio Cartosio e del sostituto Daniele Di Maggio sfociata negli arresti di oggi era stata avviata prima della tragedia. Di Giacinto e Buglino sono indagati in entrambe le indagini.
Tra gli indagati ci sono anche gli imprenditori e i commercianti che avrebbero pagato le tangenti.
In particolare a Di Giacinto, al suo vice e all’assessore viene contestato di avere siglato un accordo con una cooperativa che gestiva i servizi sociali e in cambio avrebbero piazzato alcuni giovani da loro indicati per lo svolgimento del servizio civile. Grazie all’accordo la coop avrebbe ottenuto fondi dall’assessorato regionale alla Famiglia.
Di Giacinto avrebbe poi favorito con delle assegnazioni dirette senza gara una ditta che si occupa di raccolta differenziata di rifiuti in cambio dell’assunzione di persone da lui segnalate.
Funzionario e geometra, infine, si sarebbero attivati per spingere due pratiche di sanatoria edilizia richiesta da privati. Avrebbero ricevuto dei soldi. Lo scambio sarebbe stato accertato, ma non la quantità del denaro.
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05 Dicembre 2019, 09:31