Tania, la ricerca di cure a Brancaccio| Artale: “Presto un poliambulatorio”

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14 Febbraio 2014, 15:45

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PALERMO – Una vera e propria guida durante il percorso sanitario, con specialisti che non indichino soltanto la strada al paziente, ma che si assicurino che la sua salute non è a rischio. Questo prevede il progetto del poliambulatorio chiesto a gran voce da Padre Pino Puglisi più di vent’anni fa. Un progetto pronto, che adesso aspetta solo di essere realizzato. E dopo quello che è successo a Tania Priolo, la ragazza di diciotto anni morta per uno choc settico polmonore dovuto alla degenerazione di un ascesso, la necessità di un presidio medico di questo genere si fa più forte.

“Se avessimo già una struttura a disposizione sarebbe tutto più semplice – dice Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro – ma dobbiamo partire da zero. Ci sono tanti medici a Brancaccio, basterebbe chiedere a chi ha buona volontà, di mettersi a disposizione per un’ora al giorno, di dedicare poco tempo, ma in modo costante, a chi appartiene alle fasce più deboli. Purtroppo – prosegue – a Brancaccio ci sono tante famiglie che non sanno come muoversi in ambito sanitario. E’ necessaria, adesso più che mai, la presenza di esperti che seguano passo dopo passo chi ha bisogno di consulenze, di visite e di interventi immediati. Specialisti che forniscano informazioni nelle scuole, nei centri di aggregazione. Come ne aveva bisogno Tania, persa tra i vari viaggi in ospedale e forse la paura di recarsi dal dentista.

Qui, in un poliambulatorio – aggiunge – si sarebbe sentita in famiglia. Quella a cui mira un progetto del genere è proprio l’atmosfera di familiarità che non esiste spesso negli ospedali pubblici. Ci sarebbe la sicurezza delle visite tempestive, senza tempi d’attesa infiniti o patologie trascurate che poi conducono a tragedie come quella che ha colpito la famiglia della ragazza”.

Il progetto è incluso in uno più ampio denominato “Brancaccio 2.0”, che riguarda anche la realizzazione di un palacultura e la nuova sede della circoscrizione. “La sicurezza passa attraverso i servizi – sottolinea Artale – se a queste persone non diamo gli strumenti giusti le cose non cambieranno mai. Noi ce la mettiamo tutta insieme alla parrocchia di San Gaetano, la II circoscrizione e la scuola Padre Pino Puglisi, ma è necessario che qualcuno ci aiuti”.

Nel frattempo, la salma della ragazza è tornata a casa. Dopo l’autopsia effettuata ieri presso l’Istituto di Medicina Legale, è stata riconsegnata ai genitori. “Era una ragazza responsabile – continua Artale – trascorreva le giornate ad accudire il fratellino di cinque anni. Aveva lasciato la scuola, ma lo aveva fatto per aiutare la madre. Quello che le è successo ha segnato profondamente tutto il quartiere”.

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14 Febbraio 2014, 15:45

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