Tanino e l’arrivo di Walter Zenga

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15 Giugno 2009, 00:00

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Mettiamo il caso di un palermitano assente dal capoluogo nelle ultime settimane, per essere stato ospite in una delle ville di Berlusconi (dove i giornali non vengono ammessi, zeppi di comunisti come sono) o in una delle cabine balneari dove suole riunirsi il plenum dei simpatizzanti del Partito Democratico (e lì i giornali vengono ammessi. Ma, siccome, lì dentro, sono tutti intellettuali, usano le pagine della cronaca sportiva unicamente per sventolarsi). Ecco, il tizio – poniamo il caso che si chiami Tanino e viva allo Zen – torna e vede i manifesti della rivista “Il Palermo”, strada per strada. All’inizio, cerca di metterli a fuoco. Gli pare di scorgere il poster di uno che somiglia a Walter Zenga e un bagliore, come di fiamma. Pensa Tanino: a Catania hanno bruciato Zenga… Si sa che i cugini sono “cavuri” a ora di pallone. Poi, piano piano realizza. Walterone ha l’aria soddisfatta. Il bagliore sottolinea la zeta del titolo che recita: “Nel segno di Zenga”. Sempre più allucinato Tanino caccia fuori un euro, compra la rivista (grazie Tanino) e scopre che l’uomo ragno è il nuovo allenatore del Palermo. Tre reazioni possibili. Tanino straccia il Palermo (la rivista, tanto ormai l’ha comprata). Tanino straccia l’abbonamento al Palermo (la squadra di calcio) e giura indignato che non consumerà più un ghiacciolo da stadio in tutta la sua vita. Terza (remota) ipotesi. Tanino fa buon viso a cattivo gioco. Dà una scossa al cuore rosanero. E riparte.

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Intendiamoci, Walter Zenga è un ottimo allenatore. E’ anche un emergente, un abile comunicatore e – a parere di chi scrive – la sua astuta schiettezza volpina lo farà andare d’accordo con l’estro, diciamo così, vulcanico di Zamparini. Ma, alla prima sconfitta il più tardi possibile, come si impedirà a Tanino di ricordare che in fondo Walter Zenga, fino a poco tempo fa, spergiurava amore per il suo meraviglioso (e tale è stato) Catania? Ri-intendiamoci. Non c’è niente di male a rischiare come Zamparini, specialmente se uno ci azzecca. E’ giusto festeggiare un derby vinto quattro a zero, prima di passare sulla panchina della squadra a cui hai dato una severa lezione. Non si avverte un eccesso di spirito di contraddizione. Tuttavia, il calcio è un giocoso rimbambimento infantile che spesso sovverte le “giuste” regole della logica. Zamparini avrà fatto bene i conti, stavolta? Osservate Tanino. E saprete.
Ps. Il Bar dello Sport va in vacanza. Al suo posto verrà “Il calcio sotto l’ombrellone”. L’autore della rubrica sarà il medesimo. Le storie saranno diverse.

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15 Giugno 2009, 00:00

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